7 Gennaio 2016 by Mondo2.0
Bebè digitali e nuovi giocattoli Smart
Ci stiamo trasformando in una “società digitale“, si tratta di un processo, molto veloce, che coinvolge un numero sempre maggiore di persone, le fa comunicare, le mette in relazione dal punto di vista emotivo e multimediale. Un processo che, nel giro di un decennio o poco più, interesserà tutta la popolazione mondiale. A rendere certo questo trend ci sono sia le crescenti statistiche di utilizzo di internet sia la capacità digitale che i giovanissimi, i “nativi digitali”, dimostrano in rete.
Lo studio realizzato da ISTAT, denominato “Cittadini e nuove tecnologie”, evidenzia come la presenza di giovani in casa rende molto probabile, quasi certo, l’acquisto di un abbonamento ad internet:
“Le famiglie con almeno un minorenne sono le più attrezzate tecnologicamente:l’87,1% possiede un personal computer, l’89% ha accesso ad Internet da casa. All’estremo opposto si collocano le famiglie di soli anziani ultrasessantacinquenni: appena il 17,8% di esse possiede il personal computer e soltanto il 16,3% dispone di una connessione per navigare su Internet.”
A questi numeri, già rilevanti, che confermano il “digital divide” italiano, va aggiunto il contributo dato dai dispositivi smart, smartphone e tablet, dispositivi sempre collegati alla rete. La sintesi da noi realizzata della tavola statistica 2.1, sempre compresa nella ricerca ISTAT prima indicata, ci fornisce ulteriori conferme:
La studio ISTAT prima citato non tratta, volutamente, i bambini con età inferiore a tre anni, si tratta probabilmente del campione, dal nostro punto di vista, più interessante da analizzare: Le nuovissime generazioni, gli ultimi nati, hanno un rapporto con la tecnologia, e la rete, ancora più simbiotico e profondo.
A voler essere precisi possiamo definire veri “nativi digitali” solo i bambini nati di recente, successivamente alla completa diffusione di internet e dei dispositivi smart. Ad esempio i nati a partire dagli anni 2012 o 2013, si tratta di bambini i cui genitori, zii, fratelli maggiori utilizzano quotidianamente dispositivi smart, telefoni e tablet, dispositivi che sono sempre in casa, sempre attivi, sempre a portata di mano. Bambini che sono oggetto di riprese e di fotografie condivise in rete, su Facebook o su instant messenger come WhatsApp, bambini che acquisiscono tra i primi movimenti anche la capacità di fruire un video, un jingle musicale, di sfogliare una lista di immagini a punta di dito, di selezionare una APP.
Queste ” interazioni digitali” tra bambini molto piccoli e dispositivi smart, non sono così rare, accadono sempre più spesso, quasi quotidianamente, e sempre più precocemente.
L’Università dell’IOWA ha studiato con attenzione, nel 2015, il rapporto tra bebè e dispositivi multimediali, analizzando oltre 200 video presenti su YouTube, la ricerca è stata pubblicata nell’ambito della conferenza “CHI 2015”, tale pubblicazione rappresenta un riconoscimento prestigioso nell’ambito della “human-computer interaction”. Citiamo un passo tratto dal video-articolo pubblicato nel sito de “La Stampa” (TV / Tecnologia).
“… ha rilevato che entro il primo anno di vita più della metà dei bebé è in grado di interagire con un tablet in maniera costruttiva, percentuale che sale al 90% una volta arrivati a due anni d’età. “
Il nuovo, nuovissimo, pubblico della rete impara a muovere gli indici su uno schermo video prima ancora di camminare o di imparare a parlare. Ciò determinerà inevitabilmente, in futuro, una diversa capacità ricettiva e un diverso modo di misurarsi con la rete.
Questa introduzione ci porta, di già, ad avanzare due importanti conclusioni:
- Il processo di contaminazione digitale in atto è molto più profondo di quanto possiamo immaginare, ancor più radicato negli ultimi nati che percepiranno, in modo fisiologico e egualitario, la possibilità di vivere una dimensione reale e una virtuale,
- Appelli di intellettuali, o presunti tali, per rinunciare ad internet, per non fornire o posticipare l’accesso ad internet ai nostri figli, sono completamente fuori contesto.
Non si tratta di arginare o posticipare il rapporto con uno specifico media, come la tv o una console di videogiochi, ma di vivere in modo opportuno, equilibrato, il nuovo contesto, virtuale, di relazioni e contenuti di tipo sociale.
Un esempio? Nei prossimi anni molti dei giocattoli in commercio saranno collegati alla rete ed interattivi. Con quali giocattoli giocheranno i nuovi nativi digitali? I bambini nati di recente? Con giocattoli innovativi, hi tech, con alto grado di interazione, in grado di collegarsi alla rete, di geolocalizzare e analizzare il contesto.
In breve sintesi giocattoli robotici, sensibili al nostro comportamento, collegati a grandi banche dati che analizzano e rispondono, in modo sempre più opportuno, ai nostri stimoli.
Qualche tempo fa, in un nostro articolo, abbiamo descritto la nuova cyber-doll “Hello Barbie” della Mattel, che ascolta e acquisisce le domande formulate dalla bambina e, tramite collegamento ad internet, risponde opportunamente.
Ma non solo, ci sono companies come la Wowwee, il cui store è completamente dedicato a giocattoli smart. Nel sito di questa azienda troverete le automobiline che si guidano a distanza, tramite APP, dotate di tecnologia BeaconSense rilevano e forniscono automaticamente posizione e velocità. Il MiPosaur, un dinosauro controllabile sia tramite APP sia tramite una interattiva trackball, il “Roboraptor” , il robottino MIP che circola liberamente in casa, ed ancora una versione 2.0, un tantino sconcertante, del cagnolino di famiglia (vedi il video con il cane-robot CHIP).
Ovviamente, come è successo per tutti i precedenti “salti”, la precedente generazione di giochi non viene mai completamente abbandonata, trenini di legno e giocattoli vintage possono affiancare i nuovi giocattoli smart. L’alternativa, se non eccessiva e se ben gestita, può stimolare la fantasia e creare maggiore curiosità e operosità nel bambino.
I più coinvolti in questo vortice di cambiamenti saranno proprio i “nuovi” nativi digitali, che leggeranno su eBook quello che noi leggiamo su carta, che utilizzeranno giocattoli smart, socializzeranno tramite la rete e si fideranno ciecamente di un computer che guiderà la propria auto.
Si tratta, come detto molte volte, di un cambiamento irreversibile, le nuove generazioni non possono farsi da parte ed osservare senza farsi coinvolgere, il fenomeno è troppo capillare per essere eluso, riguarda ogni futuro aspetto della loro vita.
Il percorso verso una “società digitale” è gia cominciato e non si può fermare, è altresì vero che possiamo indirizzare tale cambiamento. Possiamo insegnare ai nostri figli l’importanza del “mondo reale“, di ciò che concretamente ci circonda, del contatto, dei nostri sensi e, allo stesso tempo, sani principi e modi d’uso da utilizzare nel cyberspazio.
I “Bebè smart” di oggi possono diventare degli ottimi cittadini e dei cyberutenti consapevoli, dobbiamo solo impegnarci un po’.
Mondoduepuntozero
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