3 Giugno 2014 by MondoDuePuntoZero
Proiettiamoci in avanti: Ologrammi 3D, traduttori e realtà aumentata
Devo ammettere che, articolo dopo articolo, mi sono fatto prendere la mano, preso dall’entusiasmo ho detto che siamo praticamente tutti in rete, ho detto che molti di noi hanno uno smartphone e sono sempre collegati, che siamo più social che sociali, che stiamo passando da un mondo di parole ad un mondo di tag e di “mi piace”.
Oggi mi accorgo che sono stato superficiale e approssimativo, così scrivendo ho trasmesso il messaggio per cui ognuno di noi può decidere quando e se essere in rete, niente di più falso. Non si può decidere di essere in rete, TUTTI noi siamo in rete, NESSUNO escluso.
Possiamo decidere se avere un personal computer, uno smartphone, se avere un account Twitter o Facebook, possiamo decidere se essere in rete durante il nostro tempo libero ma, durante il resto della nostra giornata, siamo obbligatoriamente e frequentemente in rete.
Qualche esempio? Provate a chiedere un certificato anagrafico in assenza di collegamento di rete oppure una cartella sanitaria, un certificato elettorale, un permesso edilizio, un riscontro esattoriale o semplicemente pagare la spesa, anche in contanti, alla cassa di un supermercato, … . Gli individui che vivono nelle società moderne sono cittadini, persone ma, soprattutto utenti, utenti in rete.
Molte delle nostre azioni quotidiane determinano transazioni in rete, pagamenti tramite bancomat, carta di credito, pedaggi, telefoni cellulare, … siamo tracciati, statisticamente rilevati, aggregati e disaggregati, …
Ogni qualvolta che un sistema reale diviene parte della rete, diventando automatico o parzialmente automatico, la precedente versione dello stesso diviene immediatamente obsoleta, vintage e ingiallita. È il caso dei sportelli bancari e dei bancomat, delle lettere cartacee e delle email, dei fax e dei moderni sistemi di firma digitale, dei CD e della musica in streaming.
In genere il nuovo modello non sostituisce completamente il precedente, prende però buona parte del suo spazio sociale e commerciale cambiando radicalmente le abitudini d’uso, spesso quotidiane, di molti cittadini/utenti.
Affermata la costante intrusione della rete nel mondo reale mi sono chiesto quale sarà il prossimo strumento che entrerà di soppiatto nelle nostre vite cambiando ulteriormente le nostre abitudini. Dopo un breve studio, sempre ovviamente in rete, non ho dubbi, ci sono almeno tre diverse direzioni di sviluppo che influiranno a breve noi nostri modelli sociali e nel nostro modo di relazionarci. I primi due sono stati già oggetto di approfondimento in questo BLOG mentre il terzo è il breve protagonista di questo articolo:
- Il traduttore universale. Sono sempre più frequenti gli annunci in rete relativi a traduttori software intelligenti, ne ha fatto uno Google qualche mese or sono, mentre è solo di qualche giorno fa l’annuncio di Skype (vedi video). Gli effetti, in termini di comunicazione e relazione sociale, sarebbero notevoli, mi chiedo solo quanti anni di ricerca sono ancora necessari per avere un traduttore in grado di gestire ogni tipo di dialogo, di enfatizzare al meglio espressioni, toni e modi di dire.
- La realtà aumentata (AR). Anche questo ramo d’innovazione è stato oggetto di approfondimento in un precedente articolo, ed anche in questo caso siamo in una fase di crescita, tramite devices come tablet e smartphone, e allo stesso tempo di attesa, in particolare di occhiali in grado di superare lo stadio prototipale e di fornirci concretamente informazioni aggiuntive al contesto reale. È questione solo di tempo.
- Ologrammi tridimensionali. Stiamo parlando della tecnologia che permette di proiettare immagini tridimensionali. Forse in questo caso siamo veramente vicini, dal punto di vista tecnico, a raggiungere una nuova frontiera. I risultati recentemente raggiunti sono stupefacenti, basta guardare questo video con una performance di danza 3D del redivivo Michael Jackson. Sarà possibile essere proiettati contemporaneamente in più posti, dialogare, approfondire, concertare, il tutto senza spostarsi dal proprio divano (o dal proprio ufficio).
Il mondo del lavoro, già radicalmente automatizzato da catene di montaggio, robot, fax, computer, browser, email, … subirà un notevole cambiamento. Il lavoro potrà essere ulteriormente delocalizzato, contestualizzato, parcellizzato.
I servizi di supporto, call center, didattica, formazione, di propaganda politica, … non saranno più effettuati di persona ma tramite ologramma tridimensionale. Anche gli spostamenti lavorativi subiranno, nel lungo termine, direi circa un decennio dal diffondersi di proiettori a basso costo, una drastica riduzione, in quanto i dipendenti potranno essere “lì” pur non spostandosi da “qui”.
Ho i mente centinaia di situazioni sociali, interazioni personali, emotive, lavorative, che potranno subire un brusco cambiamento a fronte della diffusione di proiettori 3D.
Dietro alle nuove tecnologie di proiezione tridimensionale, che forse fioriranno nel prossimo decennio, c’è ovviamente la rete, c’è l’idea, c’è la nuova tendenza a conoscersi e familiarizzare anche senza essersi mai visti di persona, tramite chat e social network. Dal punto di vista sociale possiamo dire che prima è arrivata la rete con i suoi nuovi network sociali, nuovi modi di aggregarsi e di comunicare in modo virtuale e impersonale e dopo, forse molto presto, arriveranno nuovi strumenti che estendono il colloquio da testuale a visivo e percettivo, aumentato e multilingua.
Un adolescente di oggi ha un bacino amicale, reale e virtuale, potenzialmente 100 volte più ampio di un adolescente del secolo scorso, probabilmente gli strumenti di diffusione appena elencati permetteranno di superare ulteriori barriere creando nuove trame relazionali, sempre più impalpabili e veloci.
Il virtuale tridimensionale potrà (forse) affermare la vittoria di alcuni sensi sugli altri, la vista e l’udito si affermeranno, almeno temporaneamente, sul tatto, sull’olfatto, sul gusto.
Ci aspetta una società in cui ognuno di noi ha in dote ubiquità e multimedialità a scapito del contatto umano? Se ritorniamo alla mia premessa vediamo che ogni nuova invenzione per quanto innovativa non è mai riuscita ad oscurare completamente il precedente modus operandi, il nuovo innesta inedite, migliori e peggiori, dinamiche sociali ma il vecchio sopravvive, muta, si adatta, si miscela. Questo semplicemente perché ogni società è conseguenza diretta, ed indiretta degli eventi e de modelli passati.
Non perderemo i nostri cinque sensi, li adatteremo ai nuovi contesti sociali, reali e virtuali.
Direi quindi che è inevitabile proiettarci nel futuro, a maggior ragione se lo facciamo in 3D con informazioni aggiuntive ben visibili tramite i nostri occhiali AR e parlando tutte le lingue.
Mondoduepuntozero