30 Settembre 2013 by MondoDuePuntoZero
Il traduttore universale come passo verso una società globale
Nonostante i miei articoli siano pieni di fervore tecnologico e di fiducia verso internet e quindi verso il colossale (e globale) cambiamento in atto, il mio rapporto con la rete e con i suoi utenti è spesso controverso. In questo articolo cercherò di sintetizzare differenti dinamiche presenti in rete da cui derivano differenti prospettive.
Qualche mese fa ho trovato casualmente in rete un articolo che enfatizzava l’intervista effettuata dal quotidiano “the Times” ad uno dei manager Google, in cui venivano annunciati i grandi progressi nella realizzazione di un prototipo software con funzioni di “traduttore universale“, una sorta di annuncio del tipo “oramai ci siamo quasi” o “siamo vicini ad un cambiamento epocale” .
Terminata, in breve sintesi, la genesi del fatto, ritengo utile analizzare sia l’annuncio, sia l’impatto mediatico che questo ha avuto in rete, sia le effettive potenziali conseguenze insite in un’invenzione di questo tipo.
L’annuncio, per modi e tempi, resta dal mio punto di vista, inspiegabile. Perché pre-annunciare un evento così importante? Cosa vuol dire “ci siamo quasi”?
Qualche frase è tradotta perfettamente ed altre riportano errori? A seconda della lingua o della pronuncia varia il risultato? E se ci siamo quasi come mai non è stata già indicata una data per una dimostrazione pratica?
Perchè non aspettare il raggiungimento dell’obiettivo prima di dare enfasi ad uno studio per ora solo sperimentale? Cerco di non pensare all’ipotesi che tale annuncio fosse necessario, forse, per amplificare il buon esito del prototipo e chiederne il lasciapassare, permettere il suo naturale proseguimento.
Oppure, più semplicemente, l’intento era quello di convivere una “grande notizia“, un passo in avanti nell’eliminazione delle barriere tra i popoli, sognato da millenni.
Il secondo aspetto che mi preme analizzare è l’enfasi che la rete ha dato a tale annuncio, migliaia di siti, blog, portali, pagine Facebook, ecc… hanno riportato la notizia, quasi tutti completandola con riferimenti al “babel fish” di Douglas Adams proprio come nell’articolo originale.
I redattori più arditi si sono spinti poco più avanti, con paragoni vicini a serie e film di fantascienza, in particolare citando il traduttore simultaneo di Star Trek.
Attualmente internet funziona come una gigantesca cassa di risonanza di articoli,eventi, notizie, spam (immondizia, bufale); l’utente che gradisce un contenuto, non appena letto lo re-immette verso la porzione di rete composta dalle sue conoscenze e dai suoi lettori. L’azione di amplificazione, o che dir si voglia di “post” o “re-tweet” dell’informazione è una delle principali caratteristiche di internet, uno dei fattori che ne ha determinato la diffusione globale.
In internet è possibile partecipare, commentare e condividere, essere protagonisti, azioni impossibili con tutti gli altri media in cui lo spettatore è “passivo” e silente…al massimo può applaudire o cambiare canale.
Purtroppo non sempre l’azione di amplificazione del contenuto è valida, alcune volte l’informazione originale viene stravolta, altre volte è assente una, anche breve, introduzione o riflessione rispetto a quanto si sta divulgando, altre volte, le peggiori, il dileggio o la critica danneggiano la fonte originale.
Eppure, nonostante questi limiti, peraltro presenti e diffusi anche nel mondo reale, internet rappresenta l’unica vetrina collaborativa, la piazza dove è possibile esprimersi e dare il proprio contributo in tempi brevissimi, e senza soffocanti censure.
“Leggo, commento, effettuo un re-tweet, ergo sum“.
Cercando tramite google i termini “traduttore universale”, “babel fish”, “translator” troverete molteplici riferimenti alla notizia poco prima evidenziata, migliaia di cloni, di piccole pecore dolly impercettibilmente diverse.
Il paradosso è che, ad oggi, sono disponibili migliaia di articoli che fanno riferimento a questa intervista, articoli in tutte le lingue, in un certo senso un primo obiettivo in termini di comprensione universale è stato raggiunto…
Ed ora andiamo sul concreto, cosa potrà succedere con l’avvento di un software in grado di effettuare un ottimo servizio di traduttore simultaneo? Suppongo un cambiamento radicale nel nostro modello sociale, la nostra società diverrebbe realmente globale. La trama relazionale individuale, contatti nei social network, contatti di lavoro, cerchia di conoscenti, subirebbe un ulteriore esplosione, in termini sopratutto quantitativi.
Io sono qui, i miei amici, il mio network è altrove, dove e in che lingua non importa, l’importante è condividere.
Abbiamo già detto, in un precedente articolo, come l’adolescente di oggi, il nativo digitale, ha a disposizione una trama di amicizie molto più ampia rispetto ad un coetaneo degli anni ’80. Persone con interessi comuni potrebbero condividere emozioni ed opinioni in tempo reale, la partecipazione diverrebbe trasversale, una nuova “pianura del Sennaar” come nell’antica Mesopotamia dove, narra la Bibbia, prima della costruzione della torre di babele, gli uomini parlavano tutti la stessa lingua.
È giusto precisare come la conoscenza, anche minima, della lingua inglese o francese o spagnola, già permette di partecipare attivamente a gruppi social transnazionali, è altresì vero che l’utilizzo di uno strumento per la traduzione efficiente ed immediato potrebbe cambiare di molto il modo in cui partecipare, l’apporto e la quantità di relazioni e di protagonisti.
In questi anni le innovazioni tecnologiche hanno spesso portato enormi conseguenze nelle dinamiche interpersonali, nuovi modi, quotidiani, di essere gruppo e/o di proporre il proprio sé. Il passo in avanti, atteso da millenni, dovuto alla realizzazione di un traduttore universale avrebbe conseguenze inimmaginabili sia nel nostro tessuto sociale sia, a lungo termine, sul concetto di “nazione” a cui oggi siamo vincolati in primis proprio grazie alla radice linguistica comune.
Molti dei cambiamenti avvenuti in questi anni hanno avuto notevoli conseguenze nel nostro quotidiano, nelle nostre relazioni, nella struttura della nostra società.
Noi tutti siamo solo all’inizio di un lungo viaggio virtuale, la nostra epoca va ben oltre i limiti ed i confini dell’era moderna e postmoderna, siamo protagonisti di un cambiamento che solo i nostri nipoti o i loro figli riusciranno ad analizzare e valutare complessivamente, l’epoca della rete.
Mondoduepuntozero
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