10 Maggio 2015 by Mondo2.0
La lettura dei testi: Carta contro Schermo
Il principio alla base di quest’ articolo è semplice, quasi banale: la tecnologia, in rete, sta cambiando il nostro modo di leggere, di mettere a fuoco, di percepire l’informazione. La sostituzione, progressiva, del supporto cartaceo con uno schermo video sta, inevitabilmente, modificando la nostra capacità ricettiva.
Il percorso, ovviamente, è disomogeneo, coinvolge maggiormente i giovani e i lavoratori “high-tech”, coloro che utilizzano più frequentemente la rete.
L’utilizzo di dispositivi smart, cellulari, tablet, e-reader, contribuisce in modo determinante a questo cambiamento, nell’ultimo decennio la lettura di “materiale in formato digitale” è divenuta da occasionale a molto frequente, indispensabile in alcuni casi.
I nuovi schermi video, sempre più piccoli e ad alta risoluzione, propongono contenuti sempre più ricchi ed articolati, anche multimediali, quasi mai inizialmente nella loro interezza. È necessario scorrere, sfogliare, navigare, aggirare gli inserti pubblicitari, muoversi in una giungla di informazioni per avere un quadro completo o per rintracciare ciò che si necessita, sempre se non si è distratti da contenuti alternativi.
Le informazioni posizionate nello schermo video perdono la struttura “a pagina” a favore di una sempre più intricata multidimensionalità, diventano navigabili, contengono riferimenti ipertestuali (link), immagini e video, le pagine si accorciano per poi espandersi al click, o viceversa, i caratteri (font) aumentano di dimensioni, il linguaggio muta, diventa gutturale sintetico e visuale, fatto di brevi cinguettii ed empatiche faccette.
Questo cambiamento è talmente consistente da farci affermare che ad oggi, nel web, non è possibile leggere sequenzialmente un testo, senza essere trasportati altrove, visivamente e ricettivamente.
In questa fase 2.0, in cui la rete muta molto in fretta, viene a determinarsi una sorta di “digital divide” di tipo bidirezionale, una parte di pubblico non sa o non vuole leggere quotidiani o libri cartacei, un’altra parte fa fatica ad interagire con la tecnologia e non riesce a leggere una pagina web o un romanzo in formato eBook. C’è un evidente divario generazionale in termini di percezione e di comprensione legato allo strumento e alla modalità di lettura che si utilizza.
Magazines are now useless and impossible to understand, for digital natives”—that is, for people who have been interacting with digital technologies from a very early age.
(da “The Reading Brain in the Digital Age: The Science of Paper “)
Questi cambiamenti determinano evidenti contraddizioni: i lettori “tradizionali” , talvolta, non riescono ad approcciare un testo multimediale nella sua interezza, a valutarne tutte le alternative (link ed elementi multimediali), viceversa i più giovani spesso utilizzano un metodo di lettura eccessivamente impulsivo, basato sulla navigazione del testo e non sull’approfondimento sequenziale dei contenuti, ciò ha inevitabilmente effetto sulla comprensione e sulla razionalizzazione delle informazioni.
Precisiamo che tale cambiamento è irreversibile, la proporzione tra materiale digitale e cartaceo si sta velocemente spostandosi verso il digitale, a conferma di ciò la chiusura, in Italia nell’ultimo decennio, di oltre 10.000 edicole, chiusura imputabile solo in minima parte alla crisi economica. I lettori si stanno spostando verso la rete, la crisi d’acquisto di quotidiani e riviste in formato cartaceo lo dimostra.
Intendiamoci il passaggio definitivo verso il digitale richiederà tempo, forse generazioni, ma è facilitato da alcuni fattori come la disponibilità dei contenuti (immediata, innumerevole, talvolta gratuita), anche su dispositivo mobile, minore (o nessun) ingombro, minore deperibilità rispetto al cartaceo (e non il contrario come tanti nostalgici del formato cartaceo affermano), ecc…
Non è difficile trovare in Internet studi finalizzati ad analizzare questo fenomeno, tra tutti evidenziamo:
“Reading linear texts on paper versus computer screen: Effects on reading comprehension” realizzato da Anne Mangen, studio pubblicato nel gennaio 2013 (University of Stavanger in Norway).
Anne Mangen ed il suo staff hanno analizzato il comportamento di due gruppi di studenti, il primo gruppo ha studiato un testo in formato cartaceo, il secondo gruppo ha studiato lo stesso testo leggendolo su monitor LCD.
L’analisi dei questionari a cui sono stati sottoposti gli studenti dopo la lettura ha evidenziato una migliore comprensione del testo da parte di coloro che avevano letto il formato cartaceo. La lettura su video è meno riflessiva e analitica, fornisce un numero minore di ricordi e di concetti al lettore? Non sappiamo dirlo, il campione eccessivamente omogeneo (72 studenti tutti simili per età, istruzione ed estrazione sociale) e il fatto che gli studenti non fossero a tutti gli effetti nativi digitali (gli studenti universitari del corso 2013 hanno effettuato buona parte del percorso di studi negli anni ‘90 ed inizio 2000 completamente su cartaceo, in assenza di social network e di smartphone), ci lascia qualche dubbio. In sintesi lo stesso studio replicato nell’anno 2030 e su un campione di soggetti con età variabile potrebbe fornire risultati molto meno convergenti.
Il secondo studio che vi suggeriamo tratta in modo molto più ampio (e comparativo) l’argomento, è stato realizzato da Jan M. Noyes e Kate J. Garland dell’ University of Bristol, Department of Experimental Psychology, studio realizzato nel 2008, si tratta di “Computer- vs. paper-based tasks: Are they equivalent?”.
La particolarità di questa ricerca, di sole 24 pagine, è la presenza di numerose tabelle riassuntive che descrivono studi effettuati in archi temporali diversi. La presenza di decine di ricerche con risultati anche molto diversi tra di loro, in alcuni casi antitetici, ci fa capire quanto il tema è controverso e quanto è effettivamente difficile giungere a delle conclusioni .
Anche se probabilmente, dopo la lettura di queste tabelle, qualche “probabile certezza” incomincia ad emergere:
– E’ probabile che l’occhio umano sia maggiormente reattivo davanti ad uno schermo video, la lettura più veloce ci permette di muoverci tra gli argomenti ma allo stesso tempo di assimilare un numero minore di informazioni, lasciando meno traccia nella nostra memoria, mentre la lettura lenta, progressiva e sequenziale, determina benefici nella percezione.
– Molti degli studi proposti sono stati effettuati negli anni ’80 e ‘90, l’utilizzo oggi quotidiano di schermi video anche di piccole dimensioni, la diversa capacità ricettiva dei lettori odierni, sommata ad una diversa proposta grafico-editoriale dei contenuti nei testi di ultima generazione (pensiamo ad esempio all’uso frequente dell’infografica, alle tecniche di “responsive design”), rende queste sperimentazioni obsolete, almeno parzialmente.
Riteniamo che per giudicare completamente una nuova generazione di strumenti sia necessaria una nuova generazione di utenti, non si può valutare in termini assoluti la ricettività nella lettura di uno schermo video senza trattare con attenzione il gap generazionale nel campione di utenti, ricordiamoci che il nuovo Web ha all’incirca dieci anni di vita.
– le tabelle proposte nella ricerca sono di fatto illeggibili su schermo video, è un paradosso, forse voluto, che un documento che riguarda la comprensione del testo sia comprensibile solo se stampato in formato cartaceo. Se la ricettività dei lettori sullo schermo video è stata provata utilizzando documenti con tabelle come queste i risultati sono di fatto inattendibili. Altro che infografica e nuove tecniche grafiche 2.0, qui ci sono delle tabelle posizionate nel verso sbagliato, siamo perplessi.
Consigliamo inoltre, anzi soprattutto, la lettura di “Eyetracking Web Usability“, testo non recentissimo (2009), di Jakob Nielsen e Kara Pernice, vera e propria pietra miliare, fornisce un campione particolarmente esaustivo di casi, esito di un triennio di ricerca, in cui è stato tracciato il comportamento dell’occhio umano di fronte ad uno schermo video. A questo link troverete 32 interessantissime pagine disponibili in formato PDF con tanto di messa in evidenza cromatica dei punti di maggiore interesse e dei percorsi che l’occhio effettua nella pagina web / testo digitale.
Diversamente da quanto si pensa le immagini e gli elementi multimediali non rappresentano il punto di ingresso nella lettura di una pagina Web, nonostante la presenza di numerosi stimoli l’utente tende ad iniziare a leggere sempre da sinistra in alto verso destra (vedi immagine posizionata in testa a questo articolo – area rossa Priority 1).
E’ altresì vero che concetti non familiari, come ad esempio l’utilizzo di strumenti di ricerca avanzata, sono meglio assimilati e compresi se supportati da esempi multimediali (ad esempio brevi video che li descrivono), altrettanto determinante la capacità di sintesi nella realizzazione di paragrafi di testo, più il testo è lungo più è probabile che il cyberutente si spazientisca e lo abbandoni a favore di una diversa alternativa presente nella pagina o in rete.
Concludendo in Internet, ad oggi, ogni componente svolge un ruolo determinante dal punto di vista visivo e ricettivo: il colore di sfondo (background), i colori delle entità principali, il posizionamento dei menu, dei pulsanti di navigazione, delle immagini, le offerte “alternative”, la connessione e l’attinenza tra le informazioni. L’offerta in rete è molto più ricca, le alternative portano l’occhio a recepire un numero molto maggiore di informazioni in un breve lasso di tempo, si perde completamente l’approccio sequenziale che invece caratterizza la lettura di un testo cartaceo.
Altrettanto evidente il fatto che la velocità di lettura e la profondità di comprensione di un testo su uno schermo video sono, ad oggi, inferiori rispetto ad un analogo documento in formato cartaceo.
Saranno ulteriori ricerche, probabilmente nei prossimi decenni, a confermare o a confutare questo trend. Forse le nuove generazioni, che utilizzeranno quasi esclusivamente lo schermo video, si dimostreranno meno ricettive delle precedenti, meno capaci di comprendere, oppure, raffinando le proprie capacità digitali, tramite una sorta di evoluzione darwiniana dei sensi, riusciranno a controllare il proprio “eye tracking” in modo da raggiungere un livello di comprensione analogo a quello cartaceo, maturando, allo stesso tempo, una migliore capacità comparativa grazie alla presenza di numerose alternative ipertestuali verso “altri” contenuti.
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