Le auto che si guidano da sole: Driverless cars

Se l’obiettivo di questo blog, il principale, è analizzare l’impatto sociale che internet e le nuove tecnologie hanno nella nostra vita, non possiamo assolutamente esimerci dall’approfondire l’evoluzione delle automobili a guida autonoma, le cosiddette “driverless cars“, le auto che si guidano da sole (autonomous car, self-driving car, robotic car, …).

Il primo fattore da mettere in evidenza è la grande attenzione che alcune multinazionali hanno per queste “nuove” auto, un’invenzione di questo tipo può rivoluzionare il mercato dell’auto, in crisi in gran parte del mondo, determinando una nuova spinta produttiva mondiale.
Spesso dove c’è un grande potenziale economico, e grande concorrenza,  i progressi si rincorrono e  si arriva in tempi brevi a risultati che superano le aspettative.

Il secondo fattore che ci fa riflettere è la continua, frenetica, sperimentazione. Le driverless cars sono già in circolazione da alcuni anni, Tesla ad esempio afferma di avere già percorso milioni di chilometri e di essere a buon punto, Google ci propone ovunque immagini delle sue mini car circolanti.
Business globale e sperimentazione avanzata, siamo ben oltre la semplice “ricerca di laboratorio”.

La progressiva presenza in internet della popolazione mondiale va di pari passo con l’ “internettizzazione delle cose” (internet of things) : personal computer, cellulari, orologi, videocamere e sistemi di sorveglianza,  televisioni, stereo hi-fi, giocattoli, bracciali, scarpe, … Tutti strumenti che fino a pochi anni fa non erano parte di un network globale ed ora sono connessi in rete. Non ci resta, oramai,  che connettere ad internet le auto e, ovviamente, connettere le auto tra di loro.

L’impatto sociale, delle driverless cars, sarà enorme. Permetterà a disabili, bambini,  anziani di spostarsi in totale autonomia. Azzererà  il problema del parcheggio in quanto le auto andranno, da sole, a parcheggiarsi nel luogo più opportuno, con effetto sulla circolazione stradale e sui marciapiedi delle nostre città, finalmente liberi dalle auto, disponibili per ciò per cui erano stati inizialmente progettati: passeggiare.
Le driverless cars permetteranno inoltre di fare lunghi viaggi senza fatica, probabilmente i sedili si trasformeranno in comode poltrone , forse orientate verso il centro dell’auto, come in un salotto, o come nella business class in aereo.

Anche il  possesso dell’auto verrà in parte meno, aumenterà il car sharing, il rapporto con il mezzo di trasporto diventerà impersonale. Non giuderemo più la nostra auto e quindi la sentiremo meno nostra, al pari di un taxi. La nostra auto porterà il papà a lavoro, tornerà a casa per portare i figli a scuola, poi la mamma, dopodichè porterà la nonna al mercato, per poi progressivamente riportare tutti a casa.
Durante gli spostamenti ciascuno di noi potrà dedicarsi ai propri interessi, guardare la tv, conversare, utilizzare internet, leggere, … Dal vetro anteriore della nostra auto forse non vedremo la strada ma un bel film oppure faremo una video chiamata con qualche amico o collega di lavoro. Il cruscotto della nostra auto  non sarà dotato di volante, sarà più simile ad una scrivania o ad una console di videogiochi.

Ma l’effetto maggiore sarà sul traffico e sul numero di incidenti, che si ridurrà drasticamente.
Relativamente a questo aspetto ricordiamo ai più scettici, terrorizzati dall’idea che un software svolga compiti da autista, come aerei, treni e metropolitane sono dotati da decenni di pilota automatico. Ai più categorici suggeriamo di fare un giro in auto durante le ore di punta e di rilevare le infrazioni effettuate, in poche ore, dall’automobilista “medio”,  decine. Più che chiederci perché mai mettere un computer alla guida ci chiediamo com’è possibile dare la patente a  buona parte delle persone che incrociamo tutti i giorni in strada.

La fase maggiormente critica, in cui potremmo trovarci  fra un decennio, è quella ibrida, in cui circoleranno mezzi a guida umana e mezzi a guida automatica, una fase complessa in cui mezzi automatici dovranno prevedere ed anticipare l’imprevedibile comportamento umano. Decine di auto in fila che rispettano rigorosamente i limiti e altrettanti guidatori impazienti che svicolano e sorpassano a destra o sinistra? Che disastro.
Ci chiediamo come le assicurazioni auto riusciranno a gestire questi cambiamenti, se durante  la fase intermedia potranno esserci aumenti dei costi, con un probabile successivo calo  verticale delle tariffe assicurative  nella fase  “driverless“. Tutto ciò purché si riesca a raggiungere il livello 4 di classificazione indicato dal National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA), livello che non richiede più alcun intervento al conducente umano se non impostare la destinazione.
Siamo convinti che la fase ibrida, raggiunto il livello 4,  durerà pochissimo, i governi faciliteranno tramite forti incentivi l’acquisto delle nuove auto.  In pochi anni dall’avvento di una versione efficiente delle auto a guida autonoma il parco auto mondiale cambierà completamente. Ciò determinerà un ripensamento degli spazi e dei ruoli sociali e, probabilmente, una sorta di nuovo BOOM Economico.

L’ultimo pensiero è senz’altro il più catastrofico, in un mondo sempre più condizionato da terribili atti di terrorismo ci chiediamo anche come evitare che queste auto diventino strumenti di morte. Speriamo che la tecnologia sia anche sinonimo di maggiore sicurezza per tutti.

Internet nell’ultimo decennio ha cambiato completamente il nostro modo di comunicare, con effetti notevoli sulla nostra vita sociale e lavorativa. Nel prossimo decennio, o poco più, potrebbe cambiare completamente il nostro modo di viaggiare.
Generazione dopo generazione abbiamo dimenticato come si accede un fuoco, come si coltiva il grano, come si munge una mucca, come si caccia o si pesca, nessuno dei nostri nipoti (o pro-nipoti) saprà più guidare un auto.

Mondoduepuntozero.

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