1 Giugno 2024 by Mondo2.0
Personalità Sintetiche, quanto presente in Rete è ancora opera nostra?
La “prima” versione di Internet, quella che ha catturato il mio personale interesse, era caratterizzata, soprattutto, dalla possibilità di intervenire, di “postare”, di esporsi pubblicamente. Questo grande spazio di partecipazione, questa agorà, ci sembrava, anzi mi sembrava, la giusta chiave per coinvolgere tutti, un’alternativa rispetto ai “soliti” protagonisti dei media.
La Rete di oggi, solo qualche anno dopo, è significativamente diversa, non solo perché gli utilizzatori dei social non ne hanno compreso le potenzialità, le modalità e le conseguenze d’uso, ma, piuttosto, per l’aumento stratosferico delle informazioni pubblicate e quindi dell’entropia.
La nostra società liquida, immersa nel digitale, si è progressivamente trasformata in qualcosa di denso, di compatto, impossibile da navigare, impossibile da ripercorrere sino alla fonte.
Le fake news, i commenti fake e le false utenze social rappresentano i primi passi di questo percorso in cui l’informazione viene clonata, segue migliaia di rivoli, si trasforma, si rigenera, si confonde con altri contenuti simili.
Social come Instagram e Tik Tok sono invasi da utenze e commenti automatici; in questi casi l’automatismo ha come fine catturare l’interesse, prolungare l’esperienza d’uso, ottenere revenue. Non a caso le ore passate quotidianamente sui nostri dispositivi elettronici non fanno che aumentare.
La “prima” versione di Internet metteva al centro della Rete il “nodo” ovvero la persona, in relazione con tutti gli altri; pur con molte contraddizioni, rischi, errori ed eccessi, l’utente era, nella prima release di Internet, al “centro”, protagonista di ciò che veniva pubblicato.
In questa seconda fase la comunicazione “persona – persona” sta evolvendo verso un modello di comunicazione “persona – software” in cui il software, come detto inizialmente, altro non è che una personalità sintetica che produce o replica contenuti in modo automatico.
Le personalità sintetiche sono entità digitali, software, che simulano comportamenti umani. Agenti che hanno il compito di coinvolgere, conversare, intrattenere, convincere; di fatto tentano di replicare l’intelligenza ed il comportamento umano all’interno di spazi e servizi digitali.
La grande, evidente, differenza rispetto alla precedente generazione di servizi software è nella capacità di generare risposte e comportamenti in relazione alle effettive necessità e desideri dell’utente, in modo “intelligente” ed in coerenza con le risposte e gli stimoli forniti dall’utente/cliente.
Una personalità sintetica è molto di più di un software che genera risultati in base a processi ripetitivi o che fa complessi calcoli, è uno strumento che utilizza la propria capacità di reperire informazioni, nel rispetto di condizioni iniziali impostate “da qualcuno”, per generare contenuti, seguendo schemi di pensiero analoghi a quelli dell’utente; per poi analizzare l’interesse effettivo e generare nuovi contenuti ancor più adiacenti.
Ogni personalità sintetica ha a sua disposizione una quantità stratosferica di informazioni, senza contare la capacità, nei nuovi servizi (o dovremmo dire delle “nuove personalità”) di A.I. di interpretare immagini, di imparare dai propri errori, da equivoci e dalle proprie, ad oggi ancora frequenti, allucinazioni.
Account social “sintetici”, bot e fake news generate, replicate in Rete ci portano a pensare che oggi la maggioranza dei contenuti prodotti in Rete non sia opera dell’uomo bensì generata automaticamente.
Ciò spiega la densità informativa presente in Rete.
Questa nuova generazione sintetica apre ovviamente verso importanti aspetti etici.
L’idea di stabilire un rapporto personale ed emotivo con una personalità sintetica, al punto di leggere o conversare molte ore, o addirittura potersi innamorare di un bot, solleva diverse questioni riguardanti la natura umana, l’interazione sociale e l’etica tecnologica.
Gli esseri umani sono capaci di sviluppare legami emotivi con una vasta gamma di entità, sia reali che immaginarie, divinità, personaggi dei libri o persino dei videogiochi. La possibilità che qualcuno possa sviluppare un legame emotivo con una personalità sintetica è tutt’altro che improbabile, specialmente se questa è progettata per simulare un comportamento umano convincente, attento ai nostri interessi.
Bot, agenti conversazionali, servizi di A.I. hanno, e avranno sempre più, il compito di intrattenerci e convincerci.
In questo rapporto bidirezionale “persona <-> persona sintetica” c’è un fattore determinante, siamo disposti ad investire il nostro tempo purché ciò che vediamo e leggiamo segua sempre più le nostre logiche di pensiero, adoriamo notizie che “la pensano come noi”, non importa se sono vere, false o parzialmente false, l’importante è che mettano in cattiva luce chi non ci piace e rafforzino le nostre convinzioni. Cerchiamo consenso il Rete.
Un flusso informativo immenso, che replica informazioni “ad personam” adattandosi alle nostre intime convinzioni, convinzioni non troppo segrete visto che accettiamo ogni informativa sui cookie.
Tre le forme sintetiche di nostro interesse in quest’articolo:
- Forme di conversazione e d’intrattenimento: Gli agenti conversazionali sono sempre più al centro di servizi di help/assistenza online, guidano gli utenti attraverso compiti quotidiani, una prenotazione, un acquisto. Dietro questa nuova generazione di servizi c’è un fenomeno completamente nuovo, dove l’interazione tra persona e persona, tramite la Rete, viene sostituta dall’interazione tra persona e macchina, dove la macchina dal punto di vista sociale riveste, rivestirà progressivamente, un ruolo paritario. Converseremo, ci confideremo, ci affideremo sempre più a personalità sintetiche.
- Forme d’informazione: Fenomeno già capillare, e a dire il vero già preoccupante, dove questi software generano notizie di ogni genere e quantità. Se oggi avete letto delle news sui social è molto probabile che siano state scritte o migliorate o personalizzate da parte di una A.I., o semplicemente arricchite con elementi di vostro gradimento. Le news che leggiamo sono sempre più vicine alla nostra linea di pensiero, sono personalizzate e, probabilmente, in molto casi parzialmente aderenti alla realtà.
- Forme di socializzazione in Rete: Sono sempre più frequenti le utenze social create tramite Bot, che aggregano e ricompongono informazioni e video presi altrove. Altrettanto frequenti i commenti automatici in grado di influenzare ogni linea di giudizio. I Social Network sono, già oggi, affollati da personalità sintetiche. I web trend che caratterizzano i social network sono oggi, una buona parte, sintetici.
Quest’articolo è scritto in prima persona, nella prima frase parlo del “mio personale interesse”, ma “io” sono una persona fisica o una personalità sintetica? Vi sfido a capirlo, probabilmente non ci riuscirete perché in Rete tra “personalità” e “personalità sintetica” oramai non c’è più nessuna differenza.