3 Ottobre 2018 by Mondo2.0
Notifiche e beep: il mio smartphone non mi disturba mai
Chi non è mai stato svegliato di domenica mattina da un venditore di enciclopedie, di bibbie, aspirapolveri o da un seguace di Scientology? Ma lasciatemi dormire!!!! A nessuno di noi piace essere disturbato, a nessuno piace interrompere quanto sta facendo a causa di imprevisti, fattori esterni.
Le nostre giornate sino a qualche anno fa erano tranquille, prive di interruzioni, come piace a noi, di rado interrotte da un venditore porta a porta. Così erano.
Poi sono arrivati gli smartphone.
Lo smartphone, strumento tanto personale quanto invasivo, riempie la nostra giornata di notifiche. Notifiche che, stranamente, non ci infastidiscono.
Notifiche che ci raggiungono:
- Direttamente: il nostro smartphone ci notifica le previsioni meteo, le condizioni di traffico, i risultati della nostra squadra del cuore, se a qualcuno piace la nostra foto appena pubblicata in Instagram, l’ultima canzone di, una nuova email appena arrivata e molto molto altro ancora.
- Emotivamente: tramite centinaia di beep provenienti dalle nostre chat, in particolare WhatsApp e Facebook. Ogni pensiero, chiacchiera, insulto, goliardia si trasforma in un beep. Per altro i messaggi che condividiamo sono spesso sintetici, ciò determina un invio smisurato di “frammenti” di conversazione. Dove ogni frammento porta con sé un beep, un’interruzione, un impulso e una risposta.
- Indirettamente: Molte delle nostre APP accedono alla nostra rubrica telefonica personale; nomi, cognomi e numeri sono alla mercé di call center localizzati chissà dove. Drin drin, lei è interessato a cambiare contratto energetico, compagnia di assicurazioni o telefonica?
- Improvvisamente: Spesso, spessissimo quando apriamo un sito web dal nostro browser si apre una ulteriore finestra pubblicitaria, in genere molto invasiva e per nulla attinente a quanto oggetto della nostra ricerca o approfondimento. Ai più smaliziati abbiamo consigliato, qualche articolo fa, di utilizzare gli adblocker.
Produciamo e riceviamo migliaia di stimoli digitali ogni giorno, siamo di fatto diventati dei “ricettori” degli “hub” in grado di acquisire, filtrare, redirezionare, amplificare, generare informazione.
Un flusso enorme, che raggiunge ogni nodo della rete. Ciascuno di noi. Nei modi più disparati.
I soggetti più esposti, caratterizzati dalla FOMO fear of missing out, paura di essere “tagliati fuori”, non riescono a spegnere il proprio smartphone, devono repentinamente verificare ogni notifica, di giorno e di notte, mentre sono con altri amici, mentre sono alla guida. Un impulso irrefrenabile.
Tutti gli altri stanno progressivamente affinando, anno dopo anno, le proprie azioni in rete e, in parte, la propria cerchia amicale. Stanno imparando a selezionare, a leggere sommariamente, a silenziare le chat più rumorose. Centellinano le loro attenzioni.
Allo stesso tempo gli input sono in aumento. Una dinamica simile a quella che ha caratterizzato la diffusione delle auto nelle grandi città italiane. Inizialmente un lusso, poi progressivamente alla portata di tutti, sino al giorno in cui si è tutti bloccati nel traffico e non si riesce più a parcheggiare e si fa prima ad andare a piedi.
Il traffico in rete è in costante aumento, spesso le nostre chat, la nostra posta elettronica personale, la visione di un film o di una partita online, subiscono veri e propri ingorghi. Il “tanto” diventa “troppo” e si trasforma in “niente”.
Chi ci segue da molto tempo conosce il nostro approccio verso la tecnologia e la rete, non siamo catastrofisti. Crediamo in un uso positivo e sociale di Internet. Gli ingorghi virtuali, al contrario di quelli presenti nel mondo reale, si risolveranno.
Il cyberspazio è nato da pochi anni, un fenomeno complesso che coinvolge praticamente tutti gli abitanti del pianeta. Subirà importanti mutazioni nell’arco di questo secolo. Il dualismo cyberutenti applicazioni software seguirà un percorso ad oggi inimmaginabile. Ci saranno mosse e contromosse.
Oggi le dinamiche emotive e sociali che caratterizzano Internet ci portano ad attenzionare ogni beep proveniente dalla rete. Domani forse pagheremo qualcun altro o qualcos’altro per ricevere le notifiche al nostro posto e comunicarci solo le più interessanti.
Dinamiche così complesse e coinvolgenti che dimostrano, ancora una volta, come noi tutti, indistintamente, viviamo in un Mondo 2.0.