L’involuzione dei Social Network (e dei social-user)

Il blocco dei “social” WhatsApp, Facebook e Instagram avvenuto il 4 ottobre 2021, ci ha preso un po’ tutti alla sprovvista. Com’è possibile che questi servizi sempre disponibili, a tutti, giorno e notte, dove possiamo dire tutto ciò che ci passa per la testa, vadano improvvisamente offline?

A pensarci bene si tratta di spazi ad uso gratuito, utilizzabili solo da un decennio, sempre attivi e sempre funzionanti, a nostra completa disposizione. Forse sbagliamo la domanda. Ci dovremmo chiedere come mai questo social sono stati sempre funzionanti per un decennio e non perché il 4 ottobre siano andati improvvisamente “fuori servizio”.

Un fermo dei servizi così significativo ci ha fatto riflettere.
Qual è lo stato attuale dei Social Network (di Zuckerberg)?
Qual è, dopo un decennio d’uso, il nostro rapporto con i Social Network?

Dieci anni fa abbiamo iniziato, in questo Blog, a descrivervi questi nuovi spazi di comunicazione. Vi abbiamo spiegato il processo di “virtualizzazione” della nostra vita e della nostra personale rete di conoscenze. I punti di forza: La semplicità d’uso, il libero accesso e la libertà di parola, l’estrema facilità nel raggiungere qualsiasi nodo della rete (e di essere raggiunti). Fattori che avrebbero reso i Social Network popolarissimi, alla portata di tutti. Sempre in questo Blog abbiamo evidenziato come Facebook avesse permesso di dimostrare la “teoria dei sei gradi separazione” di Milgram. A dimostrazione del potere comunicativo e sociale espresso da questi nuovi network.

E oggi?

Usabilità e Interfaccia. A nostro parere l’interfaccia e le modalità d’uso dei social network non si sono evolute, la struttura della pagina web di Facebook, la proposta di immagini di Instagram, la chat di WhatsApp sono rimaste sostanzialmente uguali. Sono spazi sequenziali, dove per comunicare è necessario selezionare, scrivere, cliccare, aggiungere, … sicuramente quanto proposto inizialmente rappresentava già un buon punto d’arrivo, ma è evidente che in un decennio non c’è stato un ulteriore salto di qualità in termini d’uso. Un utente che, per paradosso, ha utilizzato Facebook solo nel 2010 troverebbe familiare l’attuale interfaccia. Non è cambiato quasi nulla.

La clonazione degli Influencer. Sempre a nostro personalissimo parere i modi di comunicare, scritto, audio, video e hashtag si sono progressivamente normalizzati, conformati. Il vortice di creatività iniziale si è parzialmente affievolito, le pagine Instagram o Facebook deglI “Influencer” sembrano clonarsi, replicano gli stessi schemi espositivi. Gli “influencer” si somigliano e di conseguenza anche gli utenti si clonano l’un l’altro. I contenuti perdono di personalità e d’intensità nei migliaia di tentativi di replica. Basta aprire per pochi istanti Facebook (o Instagram) per ammettere l’evidenza: siamo sommersi da banalissimi meme.

Ma il vero mix che ha determinato l’involuzione dei social è dovuto sostanzialmente a tre fattori: la mancata educazione digitale, la polarizzazione dei contenuti e l’utilizzo del testo scritto. Analizziamoli uno alla volta:

Internet si è diffuso velocemente, senza manuali, senza regole, senza maniere d’uso. La mancata educazione digitale ha portato i cyberutenti a non percepire appieno le conseguenze dell’esposizione in rete, dati personali, immagini e commenti. Siamo la prima generazione di utilizzatori, non eravamo preparati a passare buona parte del nostro tempo in rete. Siamo completamente privi di un’educazione digitale.

Per qualche strano motivo il cyberutente ha un comportamento bipolare in rete. O da il meglio di sé, anche con eccessi di buonismo , oppure sfoga in rete tutte le sue frustrazioni. Questa seconda dinamica ci preoccupa molto. I social network sono diventati spazi “polarizzati”. Le nostre reti social, nate come spazi di conversazione e d’intrattenimento, si sono trasformati in luoghi virtuali dove offendere e litigare. Abbiamo imparato termini come “hate speech”, troll, haters. Vuoi pubblicare espressioni di intolleranza, posizioni estreme su argomenti divisori, teorie complottiste? Vai sui social. Queste dinamiche disfunzionali hanno effetti evidenti anche nel mondo reale. Ciò non va affatto bene.

L’utilizzo del testo scritto in chat, l’assenza del “vis-à-vis” favorisce la polarizzazione indicata precedentemente. Scrivere, scrivere, scrivere.. ma di cosa? Se non ho più niente da scrivere allora posso attirare l’attenzione con false news oppure prendendo qualche posizione estrema su un tema fortemente controverso, troverò subito qualcuno che la pensa come me e altri mille che pensano il contrario. Il maggiore limite dei social network oggi, è nella bidimensionalità del contesto. Ci sono “solo” due dimensioni, gli strumenti offerti sono troppo “poveri” vista la quantità di persone coinvolte, le emozioni che vogliono condividere in rete e il tempo (da loro) trascorso in rete.

A tutto ciò aggiungiamo che l’entropia presente in rete rende plausibile e, allo stesso tempo, indimostrabile ogni affermazione.

Riassumendo:

  • I server improvvisamente, per alcune ore, il 4 ottobre 2021, si fermano.
  • L’interfaccia “social”, bidimensionale, testuale, non si è evoluta nell’ultimo decennio.
  • I cyberutenti, in assenza di un percorso di “educazione digitale”, sono sempre più polarizzati e privi di inibizioni.
  • Miliardi di persone sono online, ma non hanno granché di nuovo da dire.

Mr. Zuckerberg consapevole di questa evidente involuzione, forte anche del cospicuo patrimonio accumulato tramite la rete, pungolato anche dal blocco dei server ha deciso immediatamente di rilanciare.

Un vero e proprio “colpo da palcoscenico”: il suo Facebook 2.0 ovvero “Meta”.

Con “Meta” Internet non è più un universo virtuale a due dimensioni, caratterizzato da limiti d’uso, visibilità ed interazione, ma è un vero e proprio “universo” tridimensionale. Un nuovo modo di percepire Internet, di essere in internet al 100%.

Sarà veramente così?
E soprattutto, se i social tradizionali hanno avuto un effetto dirompente sul nostro tempo libero e sul nostro tessuto sociale, cosa succederà in tre dimensioni?

Proveremo a rispondere a questi quesiti nel nostro prossimo articolo tutto dedicato al metaverso, per ora di certo c’è solo che i social network (e i social-user che li utilizzano) in assenza di alternative diventeranno nel prossimo decennio il luogo ideale per prolungate risse virtuali.

Pensavamo con i “social” di avere creato nuove agorà, abbiamo creato nuove arene gladiatorie.

Mondoduepuntozero

E Twitter? Troviamo suggestivo che molti utenti, in improvvisa crisi di astinenza il 4 ottobre 2021, si sono spostati su Twitter, sull’onda del webtrend #facebookdown. C’è sempre da imparare sul comportamento dei cyberutenti e sul loro bisogno di “essere” sempre in rete.