8 Dicembre 2022 by Mondo2.0
Generazioni diverse, diverso utilizzo, stesso Internet
Nell’attesa della nuova versione del report “Digital Global Overview”, divenuto punto di riferimento per tutti gli esperti del settore e per gli appassionati di Internet, abbiamo deciso di fare un altro giro di giostra sul digital report 2022, con dati afferenti al 2021.
Il primo dato su cui riflettere è il numero di utilizzatori di internet: quasi cinque miliardi, un dato stratosferico, globale, noi internauti siamo oramai una larga maggioranza su questo pianeta. Un numero significativo in termini assoluti ed anche in termini relativi, dieci anni fa gli utilizzatori di Internet erano poco più di due miliardi.
Una partecipazione così ampia ci fa riflettere, tutti gli indicatori che andremo ad analizzare nelle successive pagine del report riguardano di fatto buona parte degli abitanti di questo pianeta, tracciano il comportamento globale della nostra specie in relazione all’uso di spazi e servizi digitali. Allo stesso tempo ci permettono di individuare puntualmente gli abitanti più poveri di questo pianeta, coloro che non hanno accesso ad Internet.
Sfogliando speditamente l’intero report ci balza agli occhi un’evidenza, le vere differenze in termini d’uso sono generazionali. Differenti generazioni hanno una diversa percezione dei servizi e degli spazi digitali, conseguentemente li gradiscono, utilizzano, cliccano in modo molto diverso.
Per evidenziare queste differenze confrontiamo due fasce di età molto diverse, presenti nel report: analizziamo il “generation gap”.
I giovanissimi, fascia 16-24, vs i senior, fascia 55-64.
I giovanissimi, effettuano un numero doppio di ricerche tramite immagini & ricerche tramite assistente vocale, utilizzano maggiormente servizi di traduzione online, ascoltano podcast, scaricano ed utilizzano videogames. Indicatori statistici che dimostrano comportamenti e necessità generazionali, si tratta di servizi online che offrono maggiore reattività, dinamici. I giovanissimi si affidano meno al testo scritto, hanno un approccio meno tradizionale, spesso non sequenziale, verso i contenuti, sono disponibili a cercare informazioni anche non nella lingua madre.
Anche nell’utilizzo dei Social Network c’è una maggiore, ovvia, predilezione per i contenuti digitali e per forme espressive immediate e coinvolgenti, video ed immagini: Tik Tok ed Instagram.
Comportamenti che dimostrano una buona disponibilità verso contenuti ed esperienze multimediali e, in parte, ci permettono di anticipare le esperienze immersive e totalizzanti che caratterizzeranno Internet nel futuro, tramite il 3D ed il Metaverso.
I senior, fascia di utilizzatori più maturi, hanno dinamiche d’uso e percettive opposte rispetto ai giovanissimi. Utilizzano maggiormente Facebook, il social network che ha modalità di comunicazione più tradizionali, cercano digitando termini nel mono campo di ricerca di Google, approcciano sequenzialmente la lista risultati esito di una ricerca, sono significativamente più preoccupati relativamente alla diffusione dei loro dati personali anche se, rispetto ai giovanissimi, utilizzano molto meno gli “ad blocker”. Una tipologia di pubblico meno reattiva, probabilmente più riflessiva davanti allo schermo video.
Sin qui niente di nuovo.
Le riflessioni più interessanti riguardano gli aspetti comuni che riguardano entrambe le generazioni, ci sono infatti alcuni indicatori molto vicini tra di loro.
Il primo è lo streaming, entrambe le generazioni hanno un alto indice di fruizione di film e serie tv tramite piattaforme on-demand. D’altronde si tratta del contesto digitale più vicino ai media tradizionali, possibile da fruire anche tramite una smart TV, un contesto ibrido dove sono presenti elementi digitali e tradizionali.
Ma il vero punto di intersezione è l’e-commerce, entrambe le generazioni acquistano frequentemente online.
Lo shopping online è diventato un punto d’incontro generazionale, madre e figlia, zio e nipote, hanno la stessa attitudine e necessità di cercare in rete, scegliere, approfondire e, soprattutto, acquistare.
Probabilmente la maggiore reattività digitale dei giovanissimi si bilancia con la maggiore disponibilità economica dei senior.
In questi anni, con e dopo il lockdown, abbiamo capito cos’è lo smartworking, fatto centinaia di meeting online, utilizzato la nostra identità digitale per prenotare servizi utili o indispensabili, ma soprattutto, innanzitutto, abbiamo imparato ad acquistare online.
Più shopping, più attenzione verso i nostri comportamenti, più big data, più acquisti online, più Internet.
Chissà cos’altro ci aspetta.
Mondoduepuntozero