Facebook e Mr.Truman

Nel 1998 Jim Carrey interpreta  Truman Burbank nel “The Truman show“. Un’interpretazione straordinaria in un film solo all’apparenza semplice. Mr. Truman si accorge di essere il protagonista di uno show visto da milioni di persone. La sua vita è in vetrina, è una complessa composizione di realtà e finzione, di vero e non vero. Dove niente è privato e personale. Tutto è estremamente pubblico.

Il “The Truman show” afferma la volontà dell’uomo qualunque di mettersi in evidenza, di diventare protagonista. La estremizza e la mette a disposizione del pubblico. Il film apre ad una nuova stagione televisiva caratterizzata da numerosi reality e talent, spettacoli che esibiscono, in modo non sempre realistico, persone, emozioni e piccoli talenti trovati tra la gente comune.

Migliaia di persone si mettono pazientemente in fila nei casting per avere la possibilità di partecipare, anche per pochi secondi, ad un reality o ad un talent.
Un rovesciamento dei ruoli, dove alcuni dei telespettatori diventano protagonisti al fine di raggiungere la popolarità. Amati dagli altri telespettatori stanchi di vedere i “soliti” personaggi di spettacolo replicare simili cliché.

Un gioco di ruolo, con cambi repentini, tra anti-personaggi e pubblico.

Poi, anzi “nel mentre”, si è affermata Internet. È tutti si sono immediatamente trasformati in Mr.Truman. Tutti immediatamente in grado di condividere pensieri personali e banalità quotidiane. Un percorso espositivo pubblicato sui social che, giorno dopo giorno, attesta pubblicamente la nostra vita.

C’è una grande, grandissima differenza. Truman Burbank era costretto ad essere in vetrina, noi cyberutenti ci collochiamo in vetrina, tramite i “social”, volontariamente.

Al centro di questo percorso di esposizione del nostro sé troviamo Facebook. Il social network, la vetrina per eccellenza.
Proprio qualche giorno fa Mark Zuckerberg ha annunciato un obiettivo straordinario raggiunto da Facebook: due miliardi di utenti collegati almeno una volta al mese.

Due miliardi di Mr.Truman.

L’utilizzo sempre più frequente di materiale multimediale, foto, audio, video, rende il percorso espositivo “social” sempre più immediato. I tempi di diffusione sono sempre più rapidi. La nostra foto tessera presente sulla carta d’identità, intatta per anni, non ci rappresenta più. E’ stata sostituita dalla foto presente nel nostro profilo Facebook, foto che cambiamo frequentemente, come il nostro look, come il nostro umore.

Cerchiamo la popolarità, il confronto, la chiacchiera, il consenso. Cerchiamo di affermare la nostra unicità tramite la rete. Consapevoli di essere solo uno tra i miliardi di utenti connessi. Non più semplici spettatori, non del tutto veri protagonisti.

La centralità di Facebook è confermata da altre statistiche:

  • Un miliardo e 280 milioni di utenti nel mondo si collegano a Facebook quotidianamente (fonte Facebook 2017).
  • In Europa oltre 307 milioni di persone utilizzano Facebook (Fonte: Search Engine Journal).
  • Un miliardo e 740 milioni di persone si collegano quotidianamente a Facebook tramite mobile (fonte Facebook 2017).
  • Il trend di crescita annuale degli utenti che si collegano quotidianamente da mobile rispetto al 2016 è di +21% (fonte Facebook 2017).
  • Ogni giorno sono pubblicate su Facebook oltre 300 milioni di fotografie (fonte Gizmodo).
  • Ogni secondo vengono creati 5 nuovi profili su Facebook (fonte ALLFacebook 2012).

Siamo Mr.Truman in un mondo di Mr.Truman. 

Araldi in un mondo invaso dagli annunci.
Replicanti in un mondo di repliche.
Attori non protagonisti, consapevolmente connessi.

Due  miliardi di Mr.Truman in un Mondo 2.0.

Mondoduepuntozero.