25 Ottobre 2013 by MondoDuePuntoZero
Dove nasce il successo di Facebook?
La premessa a quest’articolo è ovvia: Facebook è un social network di successo, probabilmente è il primo social network di successo. Negli ultimi anni ha catturato l’attenzione di centinaia di milioni di persone, mettendoli in relazione, fidelizzandoli. In questo articolo vorrei analizzare Facebook, cosa lo contraddistingue, i punti di forza, i limiti, le prospettive future.
Facebook è prima di tutto un software, un programma, una sequenza di byte, realizzato da informatici, tecnici e programmatori. Ma del software ha veramente molto poco, questo perché le modalità d’uso, di navigazione, d’interazione, di selezione e proposta dei contenuti sono semplici, molto semplici, alla portata di tutti.
Facebook è uno dei primi software della “nuova generazione”, antesignano, i cui servizi non sono diretta conseguenza delle necessità tecniche e proprie del software anzi è proprio il contrario, è il software che viene modificato e si adegua ai modi d’uso ed alla tendenze espresse dalla maggioranza degli utenti.
Facebook è un network sociale, anzi per meglio dire socievole, chiunque può iscriversi e partecipare, non ci sono vincoli di età, religione, appartenenza. La rete, in questo caso Facebook, ha nell’accoglienza e nella disponibilità due dei suoi maggiori punti di forza. Il fenomeno social è, a suo modo estremamente democratico, privo di barriere d’ingresso e di costi imprevisti o aggiuntivi.
Quindi riepilogando interfaccia semplice e nessuna barriera d’ingresso, due aspetti solo in apparenza banali, due importanti punti di arrivo mai raggiunti da molti software spesso troppo sofisticati ed elitari per diventare fenomeni di massa.
Facebook si basa sul concetto di comunità personale, permette ad ogni singolo di costruire una trama tangibile, reale, costituita dalla propria cerchia di conoscenze, dai propri familiari, amici, colleghi ex colleghi, compagni ed ex compagni, simpatici sconosciuti, persone virtuali che coltivano identici interessi, ecc…
Come nella vita reale la cerchia di conoscenze è in continua evoluzione, si espande o si contrae, gli amici degli amici, le persone più interessanti diventano parte della propria cerchia, il social network propone emozioni e dinamiche presenti nella vita reale diventandone complementare antagonista.
Questa aderenza alla realtà è testimoniata dalla frequenza d’uso, quotidiana per il 60% degli utenti, rafforzata dalla diffusione dei dispositivi mobili, smartphone e tablet.
Il singolo può comunicare in rete, esprimere se stesso, condividere immediatamente e quotidianamente, il social network permette la costruzione di nuove comunità virtuali, di comunità nelle comunità.
La trama tra le persone sempre più articolata e l’utilizzo quotidiano rafforzano il senso di appartenenza del singolo.
C’è un altro aspetto da non sottovalutare, più facile da realizzare in rete, la possibilità di avere numerose personalità, essere se stessi oppure il proprio contrario, avere numerosi avatar, esprimere quella parte di se difficile da ammettere nella pubblica piazza, essere qualcun’altro o qualcos’altro.
Facebook non è solo semplice dal punto di vista operativo, è semplice ed immediato dal punto di vista espressivo, permette anche ai più timidi di partecipare. La tastiera, strumento impersonale, non impone uno stile nel comunicare, tempi di scena, mimica accattivante, l’essere alla moda. Spesso le forme espressive sono sostituite dall’uso di brevi sigle o icone, che rafforzano, enfatizzano, personalizzano il flusso del discorso.
Facebook, e più in generale la rete, è anche un antidoto, talvolta efficace, verso la solitudine, la capillare trama amicale aumenta la possibilità di ricevere una risposta, di ricevere attenzione in tempi anche brevissimi, c’è sempre un amico connesso su Facebook.
Per questo Facebook è usato da centinaia di milioni di persone, persone che non hanno probabilmente niente in comune tra di loro se non proprio l’utilizzo di Facebook e di qualche altro social network.
Dobbiamo però, per onestà intellettuale, evidenziare anche quelli che supponiamo possano essere alcuni limiti o difetti.
In Italia il fenomeno Facebook risulta dalle statistiche 2013 ancora in crescita, con interessanti picchi di crescita nel pubblico femminile “over 55”, ma negli Stati Uniti d’America, dove il fenomeno è iniziato con un paio di anni di anticipo i trend sono negativi, così come in Germania.
La concorrenza opera su più fronti, le chat, semplici e veloci da utilizzare su smartphone, i social network tematici in grado di aggregare in base ai principali interessi, le APP sempre disponibili su mobile. Per competere con le “novità” presenti in rete Facebook dovrà rinnovarsi, anche in modo radicale.
Facebook è uno strumento che facilita l’interazione, è uno strumento per comunicare, produce cultura nel senso originale del termine, in quanto qualsiasi forma di espressione è a suo modo culturale, ma non produce modelli di conoscenza, di rado è utilizzato dalle istituzioni culturali. il “tono” di quanto proposto è cordiale, amichevole, sincero, quotidiano, ma non sembra ad oggi in grado di offrire, al pari dei contenuti più leggeri, anche contenuti di alto livello, contenuti che, anche nel breve periodo, possano lasciare un segno tangibile.
Con il passare degli anni la conversazione social sembra asciugarsi, divenendo oltremodo immediata e sintetica. Forse l’eccessiva impersonalizzazione, l’uso veloce della tastiera e del mouse stanno minimizzando il nostro potenziale espressivo e comunicativo.
La velocità d’uso abbinata alla redazione di contenuti sempre più stringati/sintetici può, sempre a lungo termine, semplificare forse eccessivamente i toni della conversazione.
Il fatto che i nostri pensieri, i nostri commenti siano immediatamente visibili ad un pubblico piuttosto ampio, l’intera cerchia di amici e conoscenti, ci costringe spesso a semplificare ulteriormente la trama dei nostri commenti, una sorta di minimo comun denominatore.
In pratica gli stessi punto di forza prima elencati: semplicità, velocità, trama amicale, possono determinare, direi fisiologicamente, anche aspetti negativi.
Ad oggi non sappiamo come le amicizie “in rete” resisteranno all’usura del tempo, con il passare degli anni può esserci un calo fisiologico di interesse, di partecipazione, minori stimoli, minore possibilità di fare nuove conoscenze.
Non è possibile prevedere come sarà Facebook fra dieci o venti anni e se questo social network continuerà ad essere un fenomeno di massa, è però evidente anche ai suoi più accesi denigratori il suo impatto globale, il suo essere strumento a disposizione delle masse ed espressione delle masse, il cambiamento che ha innescato.
Facebook ha inventato un nuovo modo di relazionarsi, basato un diverso concetto di spazio, di tempo, di persona, di amico.
Il cambiamento è stato così significativo ed importante da influenzare significativamente molti aspetti del nostro “mondo reale”.
Non ci resta che partecipare.
Mondoduepuntozero
Suggerisco l’approfondimento di queste interessanti statistiche Facebook marzo-maggio 2013.
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