Dai flash mob agli hashtag: gruppi virtuali

Forse non tutti sanno che i due termini “flash” e “mob” significano rispettivamente “lampo” e “folla“. O forse sì, forse lo sanno tutti.
I “flash mob“, aggregazioni spontanee, nascono ad inizio secolo. Si diffondono grazie a strumenti di comunicazione nuovi e istantanei come i telefoni cellulari, non ancora smart, gli SMS e le email.
La velocità di diffusione da “persona a persona”, la ricerca di spazi di aggregazione e di condivisione sociale, contribuiscono al successo di alcuni eventi.

Stare assieme in piazza, per qualche istante, anche senza conoscersi, accumunati da un desiderio, un’idea, una direzione.

Con il passare degli anni, pochi a dire il vero, il fenomeno “flash mob” si è molto attenuato, a nostro parere:

  • per l’utilizzo spesso strumentale, a fini commerciali o politici, di questi eventi aggregativi, in origine esclusivamente spontanei.
  • perché un fenomeno globale di questo tipo ha un proprio trend. Terminata la spinta iniziale, originale, si affievolisce.
  • perché la nostra società è meno sicura rispetto a qualche anno fa, specie quando si è tra la folla.

I flash mob sono un fenomeno temporaneo. Il loro maggior contributo, a nostro parere, è nell’ avere sdoganato dinamiche di gruppo, istantanee e collettive, anche tra sconosciuti.

Dinamiche che hanno trovato il loro habitat ideale nei social network. Più sicuri, più immediati, più impersonali del mondo reale.
In particolare in un sintetico (e virtuale) strumento di aggregazione sociale: l’hashtag.

Ogni hashtag è una tavola rotonda virtuale, una piazza, un’osteria, dove ognuno di noi può dire la sua oppure sentire cosa dicono gli altri.

I contributi, descrittivi o multimediali, si possono sfogliare uno alla volta oppure velocemente assieme. Sono caotici, apparentemente non hanno valore. Apparentemente. Il loro valore è nel legame, casuale o tematico, nella varietà, nella ricchezza multimediale.

Gli hashtag sono il maggiore strumento di aggregazione sociale del nostro tempo. Sono l’essenza della rete, la dimostrazione di come la comunicazione non coincide, oggi, con il rapporto personale.

Sono l’infinita estensione del nostro network. Uniscono tramite il termine o la combinazione di termini, sempre introdotti dal simbolo “#”.

Gli hashtag si trasformano, o forse meglio dire esplodono, in web trends, diventano tendenze globali: indirizzano opinioni, dibattiti, veicolano emozioni, narrazioni, immagini.  Sono “la” forma di comunicazione, antropomorfa.

Mai surrogato della parola è stato così efficace, veloce, diffuso.

Hashtag è un termine privo di sinonimi e di contrari, privo di genesi e precedenti, impossibile da tradurre nella lingua italiana.
Ciò dimostra la sua unicità e il suo potenziale.

Più utilizziamo Internet, più diventiamo veloci, esigenti e compulsivi, più utilizziamo gli hashtag, strumenti del nostro tempo.

Mondoduepuntozero.