22 Ottobre 2014 by Mondo2.0
A cosa rinunceresti per Internet? Al caffè’? Al cioccolato? A farti la doccia?
In quest’articolo cerchiamo di prenderci meno sul serio, lo faremo analizzando un singolo aspetto, semiserio, emerso dalla ricerca denominata “The Internet Economy in the G-20” realizzata dal Boston Consulting Group (BCG).
Premettiamo che la ricerca da cui prendiamo spunto è assolutamente seria ed affidabile, sia per metodo sia per contenuti, tant’è che ci fornirà interessanti spunti sul rapporto tra economia reale e internet nei 20 paesi più industrializzati, dati che analizzeremo nei prossimi articoli. Ma c’è un aspetto, divertente ed allo stesso tempo sociologicamente rilevante, che balza subito agli occhi.
Una delle domande effettuate nella ricerca è “ A cosa rinunceresti tra le tue consuetudini quotidiane per un anno pur di mantenere Internet?” (Percentage of people willing to give up a key lifestyle habit instead of the Internet for a year).
Ad ogni intervistato sono state fornite 9 opzioni, è stata chiesta la propria disponibilità a rinunciare per un anno a “questa o quella” abitudine chiave pur di mantenere un collegamento ad internet.
I risultati sono ovviamente sorprendenti, vediamoli nazione per nazione:
In Brasile quasi tutti gli intervistati rinuncerebbero al navigatore GPS, ovvio è integrato nello smartphone!!! Sorprende invece come, almeno negli intenti, il 76% dei brasiliani rinuncerebbe all’alcol, internet come deterrente per la solitudine e per l’alcolismo?
Chissà… Stupisce il fatto che oltre la metà degli intervistati rinuncerebbe al caffè (in brasile!!) e alla cioccolata. Mentre probabilmente le percentuali, comunque rilevanti, degli intervistati che rinunciano al sesso e a farsi una doccia sono teoriche, si tratta di internauti che non hanno probabilmente un partner e quindi non esprimono una vera rinuncia (forse non hanno un partner perché non si fanno mai una doccia?).
I risultati in Cina sono veramente impressionanti, l’utilizzo di internet sembra molto radicato, le percentuali sono tutte molto rilevanti, tutte le attività quotidiane (motorie, personali, intime, d’igiene, …) sono messe da parte pur di continuare a stare in rete. Sembra che il mondo reale, per una percentuale rilevante di intervistati cinesi, svolga un ruolo di secondo piano rispetto alla rete.
La sensibilità che i cinesi hanno verso internet è stupefacente, forse si giustifica con il desiderio di comunicare ed essere informati, visto anche il rapporto non ottimale che il governo cinese ha, da sempre, con l’informazione e, conseguentemente, con Internet e con i motori di ricerca (vedi qui ad esempio).
Anche in questo caso stendiamo un velo pietoso sulle percentuali, molto alte, di cyberutenti che rinunciano ad una doccia per un anno, numeri alla mano si tratta di oltre 500 milioni di cinesi … una scelta che avrebbe effetti sull’intero ecosistema terrestre.
I francesi si dimostrano più virtuosi, le risposte sono in linea con quanto già visto in Brasile, con una differenza (positiva) per quanto riguarda il rinunciare alle docce ed una, negativa per quanto riguarda l’alcol. Sostanzialmente è confermata la grande disponibilità alla rinuncia pur di avere internet.
Il popolo tedesco ama Internet, ne siamo certi, non si può spiegare in altro modo il fatto che il 77% di loro rinunci alla birra per un anno pur di rimanere in rete.
Giunti al quarto paese analizzato possiamo individuare i primi interessanti indicatori comuni, uno è senz’altro l’automobile, il cui rapporto con internet è pressoché costante in Brasile, Francia, Germania, (24,23,23), l’altro è la rinuncia al sesso (12,16,16).
I risultati in India sono discretamente diversi dai precedenti, probabilmente l’India per quanto riguarda l’utilizzo di Internet è un paese diviso in due, ci sono molte persone che non ne farebbero mai a meno , ma anche (circa) un 30% che non lo utilizza affatto. Rispetto alle precedenti rilevazioni la forbice tra le azioni a cui si rinuncerebbe più volentieri e le altre “irrinunciabili” è molto ridotta.
L’India non ha gli indicatori stratosferici della Cina ma non è da questa poi così lontana, molti indiani mettono in discussione aspetti del vivere quotidiano. Si tratta di percentuali significative, anche relativamente ad abitudini apparentemente irrinunciabili.
Sempre con l’obiettivo di sondare l’uso e la diffusione di Internet in paesi diversi dal nostro arriviamo in Giappone dove l’utilizzo di Internet è molto radicato, a conferma di ciò i numeri altissimi, quasi unanimi, per le prime voci in elenco, cioccolato compreso, e gli altrettanto importanti numeri per le abitudini “secondarie” come caffè, alcol, esercizi ginnici.
I giapponesi sembrano, da quest’ analisi, essere un popolo molto più attento alle relazioni sociali virtuali che a quelle reali, il 56%, la maggioranza, rinuncia al sesso pur di collegarsi in rete. Evidentemente la rete fornisce loro strumenti di gratificazione sociale e relazionale pari o superiori a quelli disponibili nel mondo reale, ciò è sintomo di isolamento sociale e personale, di una società molto chiusa in se stessa.
L’unica eccezione è la doccia, sappiamo che un bagno tonificante e rilassante di fine giornata è nella tradizione giapponese, siamo di fronte ad uno dei pochi casi in cui tradizione (e la necessità) superano di gran lunga l’innovazione.
I dati della Corea del Sud non sono così dissimili da quelli Giapponesi con alcune eccezioni. Sembra che i coreani, proprio come i giapponesi, non amino la cioccolata mentre, in base a questi dati, sembrano essere un popolo più passionale (e meno propenso a farsi la doccia) dei Giapponesi.
Nel tentativo di fornire indicazioni globali ed esaustive ci spostiamo in un altro continente, in Sud Africa, le cui risposte ricalcano sostanzialmente le percentuali europee, con l’unica sorprendente eccezione dell’auto, a cui gli intervistati non intendono rinunciare. Un popolo di internauti e di automobilisti.
Anche in Gran Bretagna le percentuali sono molto alte, per la prima volta si supera il limite del 90% forse non tanto per l’affezione verso internet ma per la disaffezione verso il mangiare veloce proposto nei fast food. Al popolo di sua maestà i fast food non piacciono proprio.
Due gli indici fuori standard, rispetto alle risposte dei vicini europei, il 65% di rinuncia all’alcol (contro il 77% dei tedeschi) e il 25% che rinuncia al sesso (contro il 16% di tedeschi e francesi).
Oltre al ruolo emergente di internet nelle vite degli abitanti di tutto il globo emergono le piccole e grandi abitudini quotidiane, le tradizioni, le consuetudini diverse, vive ad ogni latitudine.
Dulcis in fundo gli Stati Uniti D’America le cui risposte sono sostanzialmente in linea con quelle europee, con una leggera affezione alle auto e all’igiene personale.
Il quadro che emerge è estremamente coerente, internet ci sta globalizzando, popoli con culture, tradizioni e lingue diverse manifestano la loro passione per il cyberspazio dichiarandolo irrinunciabile anche a fronte di baratto con alcune importanti attività del nostro quotidiano. I
n alcuni casi si sfiora il paradosso, il mondo virtuale con la propria intangibile, direi “diversamente reale”, offerta di relazioni ed emozioni virtuali diviene la prima scelta.
Certo si tratta solo di un sondaggio, è bene separare le dichiarazioni di intenti dalle nostre effettive azioni, ma i numeri sono chiari, c’è una precisa, simile, percezione di internet nella nostra vita a prescindere da chi siamo e dove siamo.
Rovesciando la nostra prospettiva se guardiamo con attenzione alle percentuali ci accorgiamo che il mondo reale svolge, fortunatamente, ancora un ruolo predominante, a maggior ragione se ricordiamo che si tratta di intenzioni di rinuncia e non di rinunce vere e proprie.
Speriamo solo che la maggioranza degli abitanti del pianeta terra non perda alcune sane indispensabili abitudini quotidiane come farsi una buona doccia.
Mondoduepuntozero.
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