20 Aprile 2025 by Mondo2.0
Cosa posso fare con Meta AI? È davvero utile questa intelligenza artificiale?
Da qualche giorno su WhatsApp è comparsa una nuova icona, ben visibile: un circoletto blu, è Meta AI. La prima reazione di milioni di utenti è stata cercare di disattivarla o rimuoverla dalla schermata principale. Subito dopo, in tantissimi hanno cercato online un modo per farla sparire.
L’introduzione di una funzionalità così evidente – e potenzialmente invadente, dato che si sovrappone all’elenco dei contatti – ha generato un certo disagio tra gli utenti, soprattutto su una delle app più utilizzate e percepita da molti come un’estensione digitale della propria vita sociale.
D’altronde, WhatsApp è uno dei principali strumenti di comunicazione in molte nazioni, Italia compresa: ci capita spesso di rispondere velocemente alle notifiche, talvolta con il timore di perdere parti di una conversazione o momenti importanti nei gruppi (quella che in altri articoli vi ho descritto come ‘Fear of missing out‘).
WhatsApp è percepita come una cosa “mia”, che gestisco “io”, come osa aggiungere icone alla mia lista dei contatti recenti senza consultarmi?
Tendiamo a dimenticare che WhatsApp è una piattaforma gratuita. E probabilmente pochi sanno che le nostre conversazioni sono protette dalla crittografia “end-to-end”, un sistema che impedisce a chiunque, inclusa WhatsApp, di accedere ai contenuti scambiati.
Una grande differenza rispetto a piattaforme come Instagram e Facebook, dove i nostri comportamenti vengono tracciati costantemente per fini pubblicitari, generando così un ritorno economico, tramite la “monetizzazione” dell’attenzione e degli interessi dell’utente.
Su WhatsApp questo tipo di monitoraggio non è presente, eppure il servizio resta gratuito.
Noi addetti ai lavori ci siamo spesso chiesti in quale direzione WhatsApp si sarebbe evoluta:
- Spot pubblicitari nelle chat? Improbabile: sarebbero troppo invasivi in un’interfaccia costruita sull’immediatezza e sulla semplicità.
- Gruppi sponsorizzati? Ancor meno: sarebbe troppo facile ignorarli, esattamente come facciamo con chi ci è poco simpatico.
- l’App a pagamento? determinerebbe una diaspora su altre piattaforme concorrenti.
Ce lo siamo chiesti fino a qualche giorno fa, quando è comparsa Meta AI. Ma a cosa serve, realmente Meta AI?
Oggi, a essere sinceri, a poco. Anzi, la sua presenza può risultare fastidiosa. Ma col tempo verrà ad imporsi un nuovo scenario.
Si affermerà la possibilità di chattare non con una persona reale, ma con un software, un assistente virtuale.
Potrete chiedere informazioni su un attore mentre guardate un film, su uno sportivo durante una partita, sul meteo, le ultime news, il gossip, un concerto, la traduzione in un’altra lingua …
“Posso cercare informazioni anche tramite Google o Wikipedia”, certo, ma non si tratta di una conversazione vera e propria. Con Meta AI, invece, posso approfondire passo dopo passo, ponendo ulteriori quesiti, proprio come in una normale conversazione con un amico/amica.
Le sue risposte semplici e dirette faranno concorrenza ai motori di ricerca, che spesso propongono contenuti dispersivi e poco immediati, richiedendo tempo, concentrazione e pazienza, qualità che non sempre abbondano negli utenti digitali. È molto più facile e spontaneo conversare piuttosto che cercare qualcosa in Internet.
Attualmente, Meta AI è ancora poco efficace, oserei dire in fase “sperimentale”.
Non offre immagini né video, propone raramente (e tramite Google) link esterni, e le sue risposte sono talvolta banali o poco aggiornate. La proposta di immagini e video, così come il miglioramento del livello di conversazione cambieranno completamente lo scenario e il nostro interesse.
Il dado è tratto: siamo entrati nell’era della comunicazione persona-macchina, e WhatsApp ha appena fatto il suo ingresso ufficiale.
Le risposte miglioreranno, diventeranno più pertinenti e precise, modellate sulle nostre esigenze personali, perché sarà sempre lo stesso utente, con il proprio smartphone, a conversare.
Meta AI imparerà da noi, si adatterà ai nostri interessi.
Diventerà più utile chattare con Meta AI (o strumenti simili) piuttosto che aspettare una risposta da un amico o cercare tra decine di risultati di Google.
E non dimenticate che Meta AI è disponibile 24 ore su 24.
Oggi percepita come un’intrusa questa nuova generazione di servizi tra cinque anni sarà la nostra modalità di comunicazione preferita, più ci informeremo più miglioreranno le risposte, ci fideremo dei suoi consigli d’acquisto e dei suoi suggerimenti su dove andare in vacanza.
Del resto, vent’anni fa pochi conoscevano Google. E quindici anni fa, in molti non sapevano nemmeno usare uno schermo interattivo di uno smartphone…
Ma allora, perché Meta AI è stata introdotta in WhatsApp?
Semplice: le conversazioni tra utenti sono protette, ma quelle con Meta AI rappresentano una miniera d’oro di informazioni. Dietro ogni domanda si nasconde una curiosità, un bisogno, un interesse. E queste informazioni sono preziosissime per indirizzare la pubblicità su Facebook e Instagram, anch’essi parte del gruppo Meta.
Detto in parole semplici: senza Meta AI, WhatsApp avrebbe vita breve, anzi brevissima. Non traccia il comportamento utente, non crea business, ed ha costi di gestione elevatissimi. E, ve lo ricordo ancora una volta, è completamente gratuita!
In un mondo sempre più digitale, dove trascorriamo in media 6 ore e 40 minuti al giorno online (fonte: Digital 2024, We Are Social), diventa cruciale intercettare i nostri bisogni, soprattutto ora che, persino in Italia, i pagamenti digitali hanno superato il contante.
Socializziamo online, comunichiamo online, acquistiamo online. Ora possiamo fare tutto questo anche confidandoci con una “persona non persona”, ovvero Meta AI.
Non c’è da essere ottimisti o pessimisti e poco importa se oggi Meta AI è ingombrante e poco efficiente: migliorerà in fretta, studierà 24 ore al giorno, imparerà da noi, sarà parte attiva in molte delle nostre future conversazioni.
Mondoduepuntozero