Riusciresti ad uscire di casa senza il tuo smartphone?

È la domanda che ho posto “in giro” ad utilizzatori di Internet, quindi sostanzialmente a chiunque, opportunamente suddivisi per fascia d’età, titolo di studio, professione, interessi personali. Le risposte sono andate oltre le mie personali aspettative…

La prima risposta, di getto, è praticamente sempre “assolutamente sì”, una riposta più istintiva, tesa a dimostrare autonomia di pensiero e d’uso del proprio smartphone e del proprio PC, ma …

Ho subito incalzato i cari internauti chiedendo se erano disposti immediatamente a spegnere il telefono e a riaccenderlo il giorno successivo, promettendo che avrei chiamato con regolarità nelle 24 ore successive per controllare, nessuno ha dato parere positivo a questa mia seconda richiesta.

Due semplici domande, di getto, due risposte agli antipodi che evidenziano un potenziale dualismo tra ciò che “pensiamo di poter fare” e “ciò che vogliamo fare”.

Il terzo quesito mi ha permesso di aprire ad un percorso intermedio: “ok, oggi non puoi spegnere il tuo smartphone, ma domani o, in alternativa il prossimo sabato o la prossima domenica, o comunque il primo giorno non lavorativo o di studio, saresti dispost* a lasciarmi il tuo smartphone in modalità off?”.

Un quesito che incalza l’utente mettendolo a confronto con le sue abitudini e le sue modalità quotidiane di comunicazione. Sono arrivate risposte di ogni tipo, ne accenniamo alcune:

  • Non posso rinunciare allo smartphone potrebbe chiamarmi mio padre/madre, figlia/figlio, …
  • Se mi si rompe l’auto mentre sono in giro senza smartphone come posso chiamare aiuto?
  • Vorrei ma non posso per motivi di lavoro
  • Devo avvisare se arrivo in ritardo
  • Senza le mappe di Google faccio fatica ad orientarmi, specie se devo andare …
  • Non ricordo nessun numero di telefono a memoria
  • Effettuo tutti i pagamenti digitali con lo smartphone
  • Devo effettuare/seguire una pratica con SPID
  • Sto aspettando un pacco da Amazon
  • Attendo l’arrivo di una PEC

Passiamo molte ore al giorno allo smartphone (o al PC), nostra indispensabile appendice ma, nel momento in cui dobbiamo concretamente rinunciare a questo, ci ricordiamo improvvisamente che questo strumento ci serve per telefonare. Lo smartphone? Per telefonare? Vi ho proprio messi all’angolo.

Alla successiva richiesta, nei casi in cui l’utente aveva evidenziato la necessità di poter telefonare, abbiamo proposto di utilizzare per 24h lo smartphone solo in modalità telefono, non dati. Buona parte degli intervistati ha dato una disponibilità di massima, ben sapendo che non avremmo in alcun modo potuto controllare, ma c’è anche chi ha evidenziato la necessità di effettuare chiamate con WhatsApp e chi si è ricordato di ulteriori oneri ed imprevisti da risolvere digitalmente.

Pensavamo di essere all’interno di un piccolo esercizio sociologico, ci troviamo invece ad affermare uno dei principi della dinamica “A un’azione è sempre opposta uguale reazione”, a dirla in modo semplice:

C’è sempre un motivo per non rinunciare al nostro smartphone

Indubbiamente Internet porta con sé servizi utili, indispensabili; tra le risposte sopra indicate troviamo la necessità di utilizzare SPID, la nostra identità digitale, l’utilizzo dello smartphone come digital wallet (portafoglio digitale), la possibilità di interagire con amici e parenti che sono altrove, anche in luoghi lontani, vis a vis tramite videochat o meeting platform, l’invio di comunicazioni formali tramite PEC.

Tutti servizi molto utili, oggi indispensabili, di cui parliamo in questo blog da oltre un decennio.
I pagamenti digitali, ad esempio, riducono la circolazione di banconote cartacee, limitano quindi la possibilità di contatto e di diffusione di virus e, ovviamente, permettono un puntuale monitoraggio delle transazioni e degli oneri fiscali.

Siamo parte di un processo di trasformazione digitale che porta con sé evidenti benefici.

Ma nelle risposte, nella mancata disponibilità di tutti gli intervistati a rinunciare al proprio smartphone c’è molto di più.

  • C’è la F.O.M.O Fear of missing out, ovvero la paura di essere tagliati fuori da chiacchiere in chat, da novità presenti nei Social, da hashtag di tendenza, da tutto ciò che gli altri fanno o dicono su internet
  • Ci sono dinamiche di Workaholism, dipendenza dal lavoro, che porta 7 giorni su 7 ad informarsi costantemente su mail arrivate, chat di lavoro, novità su Linkedin, riunioni online, …
  • C’è la necessità, per alcuni di noi, di raccontarsi con regolarità tramite i social o le chat
  • C’è il bisogno di essere costantemente in rete, di sfogliare, clikkare, acquisire stimoli visivi, recepire nuovi input

Giunto a questo punto dell’articolo ho incominciato a buttare giù delle razionali conclusioni, dati alla mano, ma, nonostante le numerose stesure, non sono riuscito a non dare un’impronta emotiva ai numerosi indicatori che avevo a disposizione, le mie conclusioni terminavano sempre con un “fatevi una passeggiata, possibilmente all’aperto, nel verde, senza il vostro smartphone”, cosa non solo poco professionale ma poco in linea con un Blog che evidenzia i cambiamenti ed i benefici determinati dalla digital transformation.

Mi serve una conclusione priva di emotività… idea! La chiedo all’ A.I.!
Chi più di un agente conversazionale può fornirmi un testo privo di emotività.

Ho dato in pasto il mio articolo ed i miei dati a ChatGPT chiedendo un suo parere che riporto qui di seguito, fedelmente:

Dall’esperimento è emerso chiaramente che la nostra relazione con lo smartphone è più complessa e radicata di quanto pensiamo. L’iniziale entusiasmo nel dire “potrei farne a meno” si scontra con la realtà di un mondo interconnesso, dove lo smartphone non è solo un accessorio, ma un’estensione del nostro vivere quotidiano. Sia che si tratti di esigenze lavorative, personali o persino emotive, il nostro legame con questo dispositivo va oltre la semplice utilità: riflette una dipendenza non solo tecnologica, ma anche sociale e psicologica. Spegnere il telefono per un giorno diventa così una sfida non solo logistica, ma anche emotiva. Questo esperimento ci invita a riflettere su quanto siamo veramente liberi nella gestione del nostro tempo e della nostra attenzione, e se non sia il caso, di tanto in tanto, di ritagliarsi momenti senza connessioni digitali per riscoprire il valore del “qui e ora”.

Accidenti, anche l’A.I. vi invita a modo suo a farvi una passeggiata!

Mi è quindi d’obbligo terminare quest’articolo con il sincero invito di provare, veramente, a spegnere di tanto in tanto il vostro smartphone per 24 ore.
Lo so è difficile, difficilissimo, vivere senza smartphone in questo Mondo 2.0.

Mondoduepuntozero