Genitorialità e Cultura Digitale: L’Incertezza Educativa della Prima Generazione Post-Analogica

L’attuale generazione di genitori si confronta con un compito educativo senza precedenti storici: accompagnare la crescita di figli nativi digitali pur non avendo vissuto un’infanzia in ambienti digitali. La transizione dal paradigma analogico a quello digitale, avvenuta nel giro di pochi decenni, ha generato un profondo scarto intergenerazionale non solo in termini di competenze tecniche, ma soprattutto in termini di cultura, visione del mondo “reale”, percezione ed utilizzo del proprio tempo libero negli spazi digitali.

Non si tratta solo di un digital divide, ma di un digital discontinuum, in cui mancano riferimenti stabili a cui ancorare nuove pratiche educative.

Il concetto di digital divide viene spesso utilizzato per descrivere le diseguaglianze nell’accesso, nella comprensione iniziale, delle tecnologie digitali. Tuttavia, nelle società occidentali contemporanee, il divario più rilevante è probabilmente più di natura qualitativa e culturale. I genitori, pur essendo connessi, utilizzano le tecnologie prevalentemente in modalità funzionale (lavoro, organizzazione familiare, comunicazione), mentre i figli le abitano come ambienti relazionali, identitari e ludici.

La discontinuità generazionale non si limita alla famiglia: anche altri attori educativi si trovano a operare in un campo per il quale non dispongono di una grammatica consolidata. In particolare, il personale docente, sebbene spesso alfabetizzato digitalmente, si scontra con una realtà che evolve più rapidamente delle policy scolastiche.

I riferimenti educativi tradizionali – basati su concetti di protezione spaziale (es. il controllo del territorio fisico) e temporale (es. limiti di orario) – risultano oggi inefficaci per affrontare dinamiche come la continua reperibilità , l’accesso illimitato a contenuti, la pressione algoritmica tramite le notifiche ed i webtrend, l’esposizione pubblica, quotidiana, del sé.

In questo scenario, l’autorità educativa si trova indebolita. Il genitore è chiamato a regolamentare comportamenti per i quali non possiede una competenza piena, né strumenti culturali sufficienti a interpretare i fenomeni.

Questo paradosso, autorità senza competenza, produce spesso atteggiamenti oscillanti tra permissivismo, proibizionismo o delega alle piattaforme tecnologiche stesse (es. parental control, algoritmi di filtro, e nel prossimo futuro servizi di monitoraggio tramite AI).

Non aiuta la disponibilità illimitata dei servizi, cito un passaggio dal mio libro “Ovunque Internet”:

D’altronde se il ristorante sotto casa offrisse tutti i giorni pasti gratuiti quanti di noi si chiederebbero il perché? E quanto di noi mangerebbero il giusto? Quanti aggiungerebbero un pasto in piena notte? Una tripla colazione? Ritornando ad Internet, io, cyberutente di prima generazione, non ho sufficienti competenze digitali per capire dove e come sto pagando questo tipo di servizi. Siccome percepisco questi servizi come gratuiti li utilizzo appieno, anche oltre le mie effettive necessità.

La condizione di genitori nella società digitale è segnata da dinamiche travolgenti: la velocità del cambiamento tecnologico; l’assenza di memoria generazionale a cui ancorarsi; l’autoapprendimento dei servizi e delle dinamiche di comunicazione e fruizione nei social network; la disponibilità illimitata (solo apparentemente gratuita) dei servizi; la diversa percezione del proprio sé digitale; …

Non è possibile riproporre i modelli educativi del passato, né attendere che le tecnologie si adattino spontaneamente ai bisogni pedagogici. È necessario, invece, costruire attivamente nuovi paradigmi educativi, capaci di integrare le competenze digitali con le esigenze relazionali e valoriali delle nuove generazioni. Tutto ciò in un contesto in cui la polarizzazione dei webtrend e la generazione di contenuti automatici, tramite AI, è in fortissima crescita.

Siamo la prima generazione a dover affrontare questa sfida, ma non per questo condannati all’improvvisazione; riconoscere la complessità del presente, condividere in questo blog una dinamica generale, evidente, è il primo passo per agire in modo consapevole.

Mondoduepuntozero