23 Dicembre 2024 by Mondo2.0
Addio care risme di carta, ora abbiamo il Cloud
Sono rimasto particolarmente colpito da un articolo che ho recentissimamente trovato su “il Post”: A Fabriano non si produce più la carta per le fotocopie. Chi di noi non ha, almeno una volta, utilizzato una risma A4 di carta Fabriano? che notizia, si tratta dell’ennesimo passo verso una società digitale, priva del legame emotivo e sensoriale verso i libri ed il materiale cartaceo, sempre meno incline al contatto, con l’oggetto o la persona.
Numerosi i fattori, sociali e tecnologici, che hanno portato al grande passo: la diffusione dello smartworking ha reso sempre più difficile trasportare documenti cartacei da casa all’ufficio e viceversa, allo stesso tempo la diffusione di spazi cloud condivisi e di software per la gestione di documentazione digitale ha permesso il facile posizionamento di un documento, la ricerca, la reperibilità, la correlazione tra documenti, lo sharing “ad personam”.
Inoltre, aspetto tutt’altro che secondario, un documento digitale è “portabile”, può essere aggiornato ed utilizzato in qualsiasi contesto, anche dal proprio smartphone, e può contenere link, ipertesti, che permettono al lettore ulteriori approfondimenti.
Digitale 3 Cartaceo 0? Non è proprio così, ovviamente questo dinamismo digitale ha un costo sociale:
- la difficoltà, documentata, nel leggere sequenzialmente da uno schermo video (vedi il mio, tutt’altro che recente, articolo “Hopping leggere saltellando”), condizione che incide nella concentrazione e nella comprensione profonda dei testi, determinando nuove forme di lettura orientativa o superficiale, specie se si è di fronte ad un piccolo schermo.
- la necessità per gli esperti del settore di rinnovarsi professionalmente, trovare nuove occupazioni, i dipendenti di Fabriano, ma non solo, sono tra le tante categorie professionali travolte da una nuova generazione di servizi e di consuetudini d’uso.
“Pro” e “contro” a cui si sommano considerazioni sulla sostenibilità, apparentemente una società che produce meno carta è più virtuosa, sostenibile, agile, ma, a dire il vero, non ho ben chiaro ad oggi il costo in termini energetici dei nostri cloud, dei nostri personal computer e smartphone, sempre online, sempre disponibili, obsolescenti a qualche anno dall’acquisto.
La digitalizzazione ha reso l’accesso alle informazioni più democratico, permettendo a un numero maggiore di persone di raggiungere risorse educative, culturali e professionali. Tuttavia, questo cambiamento ha anche accentuato il divario digitale, dove per digital divide considero, un numero di fattori molto ampio, come:
- La possibilità di accedere a dispositivi elettronici per informarsi, non tutti possono facilmente collegarsi ad Internet, non tutti possiedono un dispositivo efficiente, ottimo per la lettura, un e-reader, uno schermo video grande, in casa, collegato al PC.
- La capacità di leggere, nei giusti tempi e nei giusti modi, a fronte di un dispositivo digitale mobile. Questa seconda forma di “digital divide” è meno eclatante ma diffusissima. Tutti gli utilizzatori di internet sono autodidatti, condizione che sta determinando importanti distorsioni, polarizzazioni, eccessi d’uso.
- La capacità di verificare la validità dell’informazione, l’attendibilità della fonte. Problematica dovuta soprattutto alla quantità di informazioni, vere e false, a nostra disposizione, che non farà che aumentare nei prossimi anni con la generazione massiva di contenuti da parte dell’A.I. (intelligenza artificiale).
Nuove, grandi, grandissime opportunità e, allo stesso tempo, nuove forme di disuguaglianza sociale, certezze, contraddizioni, e soprattutto, molte, moltissime, false notizie.
È necessario definire nuove strategie didattiche che integrino efficacemente i vantaggi del digitale con le necessità cognitive ed esperienziali dei lettori. Di fronte ad un cambiamento così ampio, con dispositivi elettronici utilizzati per molte ore al giorno, da tutti, e la progressiva, veloce, scomparsa della carta, diviene urgente definire nuovi percorsi educativi in ambito digitale.
Una delle priorità nella definizione di nuove strategie didattiche è riconoscere che l’apprendimento digitale non può limitarsi a replicare il modello d’apprendimento tradizionale, mettendo al bando i dispositivi a scuola o all’università, specie in assenza di carta.
L’interattività e la multimedialità offerte dalle piattaforme digitali devono essere sfruttate per favorire l’attenzione, la curiosità e il coinvolgimento. Ne sono un esempio i podcast, i video tutorial, il gaming, forme di conoscenza non tradizionali che possono, in modo interattivo e dinamico, migliorare la comprensione e la memorizzazione.
È necessario creare consapevolezza, spiegare i principi che permettono di ritenere una fonte attendibile, evidenziare i rischi nell’esporre immagini, video personali, anticipare le opportunità, nel breve e nel medio termine, dovute all’interazione con agenti conversazionali, avatar generati dall’A.I.
È altresì essenziale affrontare il rischio di sovraccarico cognitivo, una problematica frequente in ambito digitale. La facilità con cui si accede a grandi quantità di informazioni può confondere, disorientare.
La quantità, spasmodica, di informazioni acquisite ogni giorno, per molte ore, in Rete, stimola il costante, frenetico, bisogno di ulteriori informazioni e allo stesso tempo non permette al cyberlettore di selezionare, organizzare e contestualizzare i contenuti.
Cosa mi rimane delle centinaia di post, video, pagine web che ho letto quest’oggi?
Una nuova generazione di cyberlettori deve sviluppare una competenza chiave: la capacità di discernere informazioni utili, in un mare di dati. Tutto ciò all’interno di una nuova dimensione spaziale e temporale.
È necessario un passo in termini evolutivi, oserei dire darwiniani, visto che, dopo alcuni secoli, stiamo abbandonando la carta e ci stiamo abbuffando di informazioni per molte ore al giorno, tutti i giorni.
Quando ho iniziato questo blog, nel lontano 2013, non avrei mai potuto immaginare un Mondo, digitale, così tanto, ma tanto, 2.0.
Mondoduepuntozero