Prima dei Social Network: SMS, email e flash mob

Esistono strumenti che hanno precorso i tempi, che hanno anticipato le dinamiche relazionali virtuali determinate dai social network.

Molti di noi forse non se ne sono accorti ma i primi “gruppi virtuali” erano già attivi nei primi anni novanta. Durante questi anni,  per la prima volta, ci sono stati forniti strumenti   in grado di connettere uno di noi, in modo immediato e “senza fili”, contemporaneamente con più persone, di “fare rete”.

Il primo strumento dotato di queste caratteristiche  è lo Short Message Service, comunemente denominato SMS: tramite la tastiera del nostro telefono potevamo scrivere un breve messaggio ed inviarlo, contemporaneamente, a più destinatari.

Il primo passo verso un nuovo modello di comunicazione dove la risorsa che usufruisce di un servizio è allo stesso tempo protagonista, in tempo reale, del proprio network, della propria rete di amicizie e conoscenze.
Gli SMS anticipavano alcune tendenze ampiamente diffuse nel ventunesimo secolo: la necessità di scrivere messaggi molto brevi  (in passato per limiti tecnici, oggi per esigenza di comunicare simultaneamente con numerosi amici virtuali), la possibilità di reperire e colloquiare facilmente con persone “diversamente localizzate” (posizionate chissà dove), la possibilità di “girare” il messaggio verso altri destinatari estendendo di fatto il network.

Nello stesso periodo lo stesso pubblico imparava ad utilizzare la posta elettronica, l’email,  come strumento per una condivisione, spesso quotidiana, con i propri amici di novità, immagini, consigli, pettegolezzi, ….
Siamo negli anni 90 ma alcuni di noi, tramite SMS ed email, sono già “social“. Iniziano a delinearsi nuovi flussi emotivi, l’utente comincia “ad aprirsi” emotivamente davanti ad un video, ad esprimere se stesso in rete. Evidenziamo come anche le email, al pari degli SMS, permettevano (e permettono) di raggiungere gruppi di persone con un semplice e diretto click…siamo ben oltre le potenzialità espresse da un normale apparecchio telefonico o da una lettera cartacea.

Inoltre le email potevano essere caratterizzate da elementi ipertestuali, ovvero da testi con in aggiunta link verso pagine web, video, documenti, ecc… . La condivisione incominciava ad essere caratterizzata da “salti in rete” ovvero da proposte/suggerimenti interattivi.

Qualche anno dopo è emersa una nuova concreta forma di aggregazione, diretta conseguenza della  diffusione degli SMS e delle email (divenuti sempre più strumenti quotidiani e familiari): il “flash mob” o “lampo di folla“.

La connettività immediata, l’ essere “immediatamente gruppo”, nel caso dei flash mob,  si va a miscelare con il concetto di comunità virtuale, di interessi personali, possibile tramite nuovi strumenti in grado di contattare in tempi brevissimi l’intero gruppo.

Per qualche attimo, funzionalmente ad un obiettivo condiviso, persone con diversi ruoli e status si aggregano, spesso in silenzio, in un flash mob.
La necessità di partecipare in modo attivo, di essere parte di un gruppo, supportata dai primi strumenti di comunicazione collettivi, SMS ed email, determinava la nascita spontanea di nuove aggregazioni, estemporanee e tematiche, appariscenti quanto  silenziose (vedi modalità flash mob di tipo “frozen” o “silent rave” ).

Nel “lampo di folla” o “flash mob” troviamo quindi alcuni degli elementi che caratterizzeranno i Social Network, la cui diffusione in rete è iniziata pochi anni dopo: possibilità di condividere in modo immediato, estensione del proprio network amicale verso altri network, presenza di “cerchie sociali” anche tematiche, impossibilità/indifferenza nel conoscere tutti partecipanti al proprio gruppo, totale dissolvimento a fronte dell’obiettivo raggiunto.

Quest’ultimo aspetto è, sociologicamente, affascinante, terminato il “lampo” nessuno dei partecipanti tenta di conoscere o interagire in modo inedito con gli altri ma, molto spesso, riprende la sua strada come niente fosse: il gruppo si dirada.

Questo comportamento è l‘essenza del web sociale dove tutti possono connettersi con tutti, dove è necessario appartenere a numerosi gruppi secondari,  virtuali, ma dove, in modo altrettanto facile, è possibile uscire dal network, dal gruppo di appartenenza.

Siamo protagonisti ma possiamo, con un semplice click, tornare nella nostra condizione iniziale di spettatori, possiamo decidere quando essere online e quando non esserlo.

I legami virtuali sono molto più semplici da attivare, da estendere, da sciogliere, le dinamiche sono sotto il nostro controllo, se sono particolarmente allegro o molto triste possono condividere i miei sentimenti in rete, posso espormi, oppure eclissarmi, restare offline.

Nel contempo i nostri telefoni sono diventati smart, il modello di comunicazione “uno a molti” iniziato con gli SMS e con le email,  raggiunge il suo apice relazionale, ci possiamo connettere o disconnettere con chiunque ed in qualunque momento. Siamo,  dal punto di vista sociale  onnipresenti, goliardici, multitasking,  multimaterici, viviamo, anche per brevi intervalli temporali, uno stretto senso di appartenenza, verso molteplici gruppi secondari.

Siamo online, essenza e parte attiva di molte comunità e di molti dibattiti oppure siamo offline, improvvisamente indifferenti e soli con noi stessi, forse di fronte allo stesso video, forse solo qualche istante dopo essere stati al centro dell’attenzione di centinaia di altri cyberutenti.

Una  concomitanza di scenari tutti caratterizzati da una “back door” o “porta di servizio” che ci permette effervescenti entrate di scena ed altrettanto immediate uscite virtuali.

I social network, la rete sociale virtuale, impersonale e dinamica, ha avuto la sua genesi digitale negli anni novanta nei primi due strumenti di “comunicazione collettiva”, gli SMS e le email. I flash mob rappresentano il primo concreto tentativo di aggregazione dinamica e tematica, gruppi secondari a termine, basati proprio su questi strumenti e su nuove dinamiche relazionali.

Dopo due o tre anni lo stesso pubblico, sempre più ricettivo ed esigente, si è spostato definitivamente in rete adottando prima strumenti social come Facebook e Twitter e poi le ancora più veloci chat come WhatsApp.

Gli SMS sono oramai strumenti superati, hanno anticipato i tempi per divenire, nell’arco di due decenni, obsoleti, parimenti anche  le occasioni di aggregarsi tramite flash mob si sono notevolmente ridotte,  sostituite da più comode aggregazioni in piazze virtuali.

Probabilmente l’evoluzione tecnologica degli strumenti relazionali di gruppo è solo agli inizi, ogni nuovo strumento social che si diffonde  diviene parte attiva, talvolta anche per un breve periodo, della nostra società, influisce nei nostri modelli relazionali, nel nostro modo di comunicare, nella costruzione del nostro personale reticolo sociale.

Ci aspettano nuovi inimmaginabili palcoscenici relazionali virtuali, nuovi modi di “fare gruppo”, nuovo strumenti sociali per interagire, nel frattempo nel nostro ipotetico “Cybermuseo 2.0” dedicato ad Internet un posto d’eccezione è per gli SMS, per le prime email inviate, per i video di eventi come il primo flash mob avvenuto in Italia , a Roma, nel “lontano” 24 luglio 2003.

Mondoduepuntozero.

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