L’autopoiesi del Web

La “nuova rete”, fenomeno che coinvolge miliardi di persone sul pianeta terra, può essere considerata un sistema autopoietico?  Prima di tentare una risposta è necessaria una premessa metodologica.

Ppremessa che intendo meglio motivare e descrivere in futuro in una pagina di questo BLOG.

Il tentativo di analisi socio-antropologica presente in questo BLOG non segue una precisa metodologia sociologica, non si ancora a presupposti specifici, ritengo infatti che il dibattito metodologico che in sociologia ha spesso contrapposto visioni e teorie talvolta diametralmente opposte, talvolta terribilmente aggrovigliate fra loro, renda difficile l’analisi di un fenomeno nuovo, articolato e dinamico come la nuova società “social”.

Spinto da manifesta incompetenza, passione per la sociologia, l’antropologia e la cultura, sorretto dal mio know-how informatico e dalle statistiche di Google Analytics, tento di trasformare quanto oggetto di osservazione in considerazioni da dare in pasto al pubblico della rete.

D’altronde un BLOG, strumento per eccellenza web 2.0, non può porsi ambizioni olistiche ed oggettive.

Un sistema autopoietico è caratterizzato da una fortissima autonomia, è in grado di autostenersi, inoltre i suoi principali componenti tendono a riprodursi ricorsivamente, o meglio un sistema autopoietico produce gli elementi stessi che lo compongono.

L’azione di autopoiesi, propria di questo tipo di sistemi, consta proprio nel fatto che i suoi elementi riproducono ciclicamente gli elementi che li producono.

Autonomia e capacita rigenerativa non sono caratteristiche che determinano una chiusura verso l’esterno, un sistema autopoietico è in grado di ricevere stimoli dall’esterno, ed è in grado di trattarli diversamente dagli stimoli interni “auto-generati”.

Il sistema è sovrano, in grado di distinguere stimoli indigeni che lo compongono e lo rigenerano dagli stimoli esterni che lo sollecitano.

Sistemi viventi e sistemi sociali possono considerarsi sistemi autopoietici, proprio per l’autonomia, la dinamicità, la capacità rigenerativa e selettiva che li caratterizza.

Personalmente credo che le piante siamo i sistemi autopoietici per antonomasia, non solo rispondono alle caratteristiche prima elencate ma aggiungono a queste comportamenti unici come la fotosintesi e l’essere organismi autotrofi.

Questo “essere un’ambiente circoscritto”, di vivere in autonomia la propria identità, di elaborare se stesso ed anche gli stimoli esterni fa sì che questo tipo di sistema sia complesso ed in grado di evolvere ulteriormente la propria complessità.

In passato il confronto tra sistemi autopoietici ha aperto prolissi confronti tra movimenti culturali e filosofici, confronto a cui, come detto nell’introduzione non ho ne interesse ne e capacità di affrontare.

Mi limito ad evidenziare come internet, la “nuova rete” sia un sistema, anzi “il sistema” o “the net”, ora si tratta di intuire se si tratta di un sistema autopoietico.

Il primo elemento da evidenziare è la forte connotazione della rete che è si ovunque ma è raggiungibile esclusivamente tramite opportune, precise, rigorose regole di connessione, sfido chiunque ad andare sul web senza una connessione internet … Il “sistema Rete ” seppure virtuale ed impalpabile gode di precisi confini e di precise regole di confine, accetta input ma non in maniera indistinta, provate a versare un bicchiere d’acqua, l’elemento indispensabile per noi sapiens, dentro la rete, però provate sul vostro computer non sopra il mio…

Inoltre tali confini sono in continua espansione sia a causa della continua evoluzione della rete stessa sia grazie ai notevoli stimoli provenienti dal mondo reale.

Un sistema basato sul software è obbligatoriamente basato su regole, gestite ed applicate tramite algoritmi di programmazione la cui esecuzione genera servizi che, se utilizzati, stimolano e generano l’esecuzione di nuovi algoritmi/procedure. Un sistema software è assolutamente e razionalmente in grado di distinguere gli stimoli interni di tipo algoritmico dagli input provenienti dalla società reale.

Un sistema automatico ma creato dall’uomo e quindi anche, specularmente, “open“, aperto a ricevere contributi umani, contributi definiti collaborativi o collaborative proprio per l’intreccio promiscuo che questi hanno, trama da cui scaturisce talvolta spazzatura talvolta nuova originale “cultura in rete“.

Il “sistema rete” può quindi ricevere contributi dal mondo reale, ma non può scindersi con esso, può diventarne tesimonial, può stimolarlo, può influenzarlo, accelerarne e subirne le dinamiche sociali, determinare nuove forme di aggregazione, ricevere nuovi stimoli in termini di contenuti, servizi, espansione.

Inoltre se l’uomo può essere considerato esso stesso un sistema autopoietico possiamo paragonare il ruolo dell’informatica, inteso come introduzione di nuovi algoritmi che si trasformano in servizi e contenuti in rete, al cibo, che ogni uno di noi ingurgita ogni giorno. In tal senso questo BLOG, comprensivo di tutte le sue pagine, link e servizi, può essere paragonato ad una brioche.

Quindi la rete, internet, è il sistema autopoietico per eccellenza, caratterizzato da confini propri ma in continua evoluzione, dalla notevole capacità di ricevere ed elaborare distintamente stimoli dall’esterno, da un suo DNA particolarmente elastico, complesso e mutabile.

Questo assioma, apparemente simile ad un esercizio enigmistico, totalmente carente dal punto di vista metodologico, ci permetterà nei prossimi articoli di effettuare nuove e più articolate speculazioni e di osservare con maggiore attenzione e spirito critico il fenomeno Web 2.0.

Mondoduepuntozero

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