Nuove Professioni: il prompt Manager

Non faccio che leggere articoli dedicati all’intelligenza artificiale, l’A.I. è decisamente l’argomento del giorno. Due le ipotesi che raccolgono più interesse: la possibilità che software intelligenti prevarichino la specie umana, la possibile perdita di lavoro per migliaia di persone. Pur ammettendo la possibilità che queste due ipotesi si possano avverare ho l’obiettivo, in quest’articolo, di allontanarmi da un futuro distopico, e portare il dibattito su prospettive concrete, meno catastrofiche.

Il percorso di trasformazione digitale, di “digital transformation”, che coinvolge la nostra società tramite Internet ed i suoi servizi ha già determinato importanti cambiamenti nel mondo del lavoro. Ed altri, altrettanto significativi, ne determinerà.

È indubbio che la creazione di sistemi intelligenti in grado di conversare ed offrire servizi sostituirà in parte l’uomo.

La presenza di servizi intelligenti, efficaci, instancabili ridurrà ulteriormente il numero di “lavori semplici” a favore di mestieri più complessi, che richiedono particolare complessità, sensibilità e competenza.

La diffusione della A.I., dimostrata dagli stratosferici investimenti effettuati in ambito tecnologico, ha già oggi una ricaduta importante nel mondo del lavoro, alla strenua ricerca di professionalità STEM (Science, Technology, Engineering e Mathematics) in grado, letteralmente, di costruire il futuro.

Ma un cambiamento sociale, intelligente, capillare come quello determinato dalla diffusione di servizi di A.I., non si può associare al solo ambito scientifico, alle sole professionalità di tipo tecnico.

Un esempio? Il prompt manager.

Una figura in grado di conversare, o meglio addestrare in modo puntuale, un sistema software intelligente, ad esempio un ChatBot (ma non solo).

Il prompt manager sa scrivere in linguaggio naturale, ha capacità di comunicazione ma, allo stesso tempo, è in grado di indirizzare la conversazione, di indicare cosa si deve dire o non dire, sa razionalizzare, anche aggiungendo talvolta nozioni scontate o dettagli che noi consideriamo ovvi.

La relazione tra prompt manager ed i servizi di A.I. ha come fine l’apprendimento e l’educazione, innesca un processo di conoscenza e acquisizione di obiettivi e valori.

Il prompt manager non fa promozione, non eccede nel raccontare personaggi, servizi o concetti, non deve convincere, piuttosto fornisce regole, comunica ed informa, conversa ed educa.

Conosce in dettaglio le richieste che gli utenti faranno, le sa anticipare, trasferisce relazioni tra i contenuti e schemi di pensiero. il prompt manager descrive possibili necessità ed indica le fonti dove trovare risposte attendibili.

L’A.I. di prima generazione, quella per intenderci che ci aspetta nel prossimo decennio, assorbe concetti e fornisce contenuti, è instancabile, ma deve acquisire modelli di comportamento e indicazioni.

Ha bisogno di una guida, del nostro aiuto in modo da fornire la giusta risposta, il giusto riscontro.

Questa figura professionale si diffonderà in modo significativo nel prossimo decennio, in parte sarà assorbita dalla conversione professionale di esperti di comunicazione e di marketing, in parte attingerà, in modo molto significativo, tra i giovani laureati in Beni culturali ed in altre facoltà umanistiche.

L’innovazione che più temiamo, il passo che avvicina la macchina all’uomo, sarà guidato da una nuova generazioni di professionisti, non solo tecnici-informatici, piuttosto da mediatori linguistici e culturali in grado di addestrare i sistemi di A.I.

È il trionfo del paradosso, dove il nuovo ha bisogno di filosofi, filologi e letterati per sostituirci, o forse per meglio dire, aggiungersi.

È il trampolino di lancio per l’informatica umanistica, digital humanities, ovvero della mistura di servizi e strumenti informatici caratterizzati da nuovi paradigmi di comunicazione e di pensiero, da nuovi mix.

È il punto di congiunzione tra uomo e macchina, dove l’uomo istruisce la macchina trattandola da pari, conversa ed informa, per essere poi massivamente informato e coinvolto a sua volta.

L’esito di questo incerto amalgama avrà effetti significativi sul mondo del lavoro e, io auspico, nella modalità in cui questi servizi intelligenti si comporteranno e si diffonderanno. Niente sarà più lo stesso.

E dopo? Dopo nasceranno servizi di A.I. in grado di istruire servizi di A.I. senza il nostro contributo, ma ad inizio articolo mi ero ripromesso di allontanarmi da futuri apocalittici …

Mondoduepuntozero