Millennials, Silver surfers e lo shopping on-line

Questo articolo fa riferimento allo studio denominato “Mobile Millennials: Retail Myths and Realities” pubblicato recentissimamente, in data 1 aprile 2016, dalla comScore.
Riteniamo quanto proposto da comScore un ottimo punto di partenza per effettuare un “confronto generazionale“. Più precisamente comScore si pone l’obiettivo di comparare, nella ricerca in questione, l’interesse e l’acquisto  on-line,  al dettaglio, da parte di due diverse generazioni:

I Silver Surfers – navigatori web nella fascia d’età 55 o superiore

I Millennials – navigatori web nella fascia d’età 18-34

Ulteriore precisazione: lo studio è stato condotto in Germania.

Il contrasto, evidente, tra due modi di usare e vivere la rete si evince sin dai primi numeri.
I giovani Millennials, la “Generazione Y”, condividono in rete quanto oggetto di ricerca, si tratta una generazione abituata ad usare Internet non come strumento, orientato a risolvere una specifica necessità, ma come spazio sociale. Social network, instant messenger, web site e store on-line sono visti come luoghi, da frequentare, dove passeggiare virtualmente, normale estensione del mondo reale.
Non a caso i più giovani scaricano e condividono con maggiore frequenza, con familiari ed amici, link e foto che riguardano l’oggetto che si intende acquistare, talvolta anche inviando considerazioni ed informazioni aggiuntive. L’acquisto, per chi naviga appieno la rete, è solo una piccola parte del processo di scelta e condivisione:

German mobile Usage part 1

Il maggiore utilizzo di internet ha nei Millennials, a ben guardare questi primi numeri, due evidenti effetti: una maggiore capacità nel trattare e condividere materiale multimediale, una maggiore disponibilità nel condividere l’esperienza d’acquisto.
I più critici possono farci notare come, spesso, i più giovani, non sono dotati di proprio portafoglio, ciò determina, inevitabilmente, la necessità di coinvolgere altri per ottenere l’approvazione. Si tratta di una chiave di lettura probabile ma che alimenta solo in minima parte il fenomeno di condivisione social da parte dei giovanissimi. La ricerca, la condivisione, il confronto sul modello, sul prezzo, coinvolge maggiormente la propria cerchia, gli amici e, solo nella parte conclusiva, i genitori. Di questo ne siamo convinti.
Il secondo punto a favore dei più giovani è nella migliore capacità di ricercare i prodotti in rete, di utilizzare strategie per cyber-cercare, ben oltre i motori di ricerca.  I Millennials rintracciano siti specializzati, scoprono temporanee offerte vantaggiose, sanno muoversi nelle frenetiche aste on-line e nei web site che offrono dell’usato, sanno comparare caratteristiche e modelli.
Il divario generazionale riguardo la capacità d’indagine e d’interazione è notevole, in pratica i “silver surfers”, più riflessivi e diffidenti, non hanno nel proprio DNA la capacità di navigare e interagire velocemente in un contesto virtuale. Inoltre i “Silvers“, utilizzando meno gli strumenti social, non beneficiano appieno del passaparola, vera chiave di volta di ogni “giovane acquisto”.
Sorprende invece il divario generazionale, minimo, nell’azione di ricerca tramite barcode/codice a barre. Si tratta di un caso molto specifico in cui l’acquirente è in un negozio, verifica/prova di persona il possibile acquisto, e conseguentemente procede alla ricerca  on-line del prezzo vantaggioso. Questo comportamento, diffusissimo, a tal punto di essere oggetto di attenta analisi da parte dei commercianti e di dibattito parlamentare negli USA, viene denominato “showrooming“, mentre i clienti sono detti “showroomers“.
Come detto riteniamo particolarmente interessante il fatto che, in questo specifico caso, il divario generazionale si riduca al minimo, ciò indica come, a fronte di uno specifico e tangibile interesse, “ho la merce in mano o di fronte ai miei occhi e la ritengo concretamente interessante”, i “Silvers” decidono di accedere ad internet.
A fronte di un obiettivo concreto, tangibile, i “meno giovani” utilizzano Internet, a fine comparativo, per valutare l’opportunità d’acquisto, accertare la qualità e il prezzo della merce.

German Mobile Usage part 2

Proseguendo con la nostra analisi ci accorgiamo, avvicinandoci sempre più all’acquisto vero e proprio, come l’interesse, la partecipazione e, conseguentemente, le percentuali che riguardano i “diversamente giovani” scendono sensibilmente, fino ad avvicinare lo zero.
L’indicatore percentuale d’acquisto, per i “Silvers” al solo 0,4% ci permette di supporre che le due generazioni vivono in rete due dinamiche, due approcci, diametralmente opposti:

  • i più giovani cercano in rete, provano in negozio, condividono con gli amici tramite strumenti social, leggono il parere on-line di amici o di perfetti sconosciuti, cercano disperatamente degli sconti, e infine acquistano, sempre più spesso, in rete.
  • i meno giovani cercano in negozio, provano in negozio, si accertano in rete che il prezzo è ragionevole e che non ci siamo commenti catastrofici a riguardo, acquistano in negozio.

La diffusione degli smartphone, l’uso sempre più frequente e sociale di questi, il confine sottilissimo tra reale e virtuale che caratterizza le nostre giornate e le nostre amicizie, sta cambiando, molto più velocemente di quanto percepiamo, il nostro modo di fare shopping on-line.
Le nuove generazioni, forti del loro network sociale e della loro impulsività, dimostrano maggiore capacità d’uso dei servizi e delle opportunità fornite dalla rete, condividono, confrontano e acquistano on-line.

Gli store on-line aumentano l’offerta, riducono i prezzi, azzerano le spese di spedizione al fine di fidelizzare nuovi clienti. Di conseguenza il numero di cyberutenti, che effettua shopping on-line, acquista e condivide la propria esperienza in rete non fa che aumentare, ogni giorno.
Nel Mondo 2.0 tutto è, oramai, alla portata di un solo click.

Mondoduepuntozero

Nel ringraziare  “comScore” per i dati oggetto di riflessione in quest’articolo e “Pixabay” per le immagini ad uso gratuito che spesso utilizziamo in questo BLOG, ricordiamo che Mondoduepuntozero è solo un gioco, una passeggiata da fare assieme in rete, non ha nessun fine commerciale.

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