Intelligenza artificiale & l’evoluzione delle professioni

Chi non ha notato, negli ultimi mesi, una proliferazione di articoli su ChatGPT e sull’A.I., l’Intelligenza Artificiale? I nuovi agenti conversazionali in grado di dare risposte intelligenti hanno sorpreso e coinvolto tutti, o quasi. Approfondimenti in Rete, sui quotidiani, nei talk show in TV; di tipo etico, filosofico, tecnologico, ambientale su quello che questi nuovi agenti, in grado di conversare, sono o saranno in grado di fare.

Ma il vero punto focale è nell’ipotizzare, intuire, anticipare, le straordinarie conseguenze in ambito lavorativo, professionale e sociale, che questo tipo di agenti, automatici e pensatori, potranno determinare:

  • I primi ad essere coinvolti, in termini di opportunità lavorative e professionali, saranno gli “assistenti di primo livello”, coloro che forniscono risposte online a quesiti posti da cittadini e utenti. Il processo di “trasformazione” di questi posti di lavoro è già in atto, rispondere a necessità e quesiti è già possibile, è possibile intercettare una serie di domande e predisporre un “rete” di risposte intelligenti. La nuova generazione di chatbot, agenti conversazionali intelligenti, sostituirà progressivamente tutti gli operatori telefonici, gli assistenti di primo e secondo livello, gli addetti alle prenotazioni.
  • Subito dopo, solo qualche passo avanti cronologicamente, troveremo i ChatBot “venditori” in grado di intercettare i gusti e le aspirazioni dei cyber-acquirenti grazie al libero accesso a quantità sterminate di Big Data, dati estremamente personali. Nei grandi centri commerciali, nelle banche, converseremo con affabili assistenti vocali; già mi immagino davanti ad uno speaker a forma sferica o ad un grande monitor interattivo, coloratissimo.
  • La didattica sarà significativamente rivista. Pochi studenti faranno i loro compiti senza il contributo di un assistente virtuale. Chiedere, interagire, ottenere ulteriori spiegazioni e dettagli sarà facile se ogni studente, tramite un ChatGPT, avrà a disposizione in casa un professore multilingua e multimateria, instancabile e paziente. Il mondo delle “ripetizioni” e del “sostegno didattico” subirà una rivoluzione.
  • Gli “agenti conversazionali” faranno, nel futuro prossimo, compagnia ai nostri anziani, ovvero a buona parte dei miei attuali lettori, me compreso. Sosteranno lunghe, amabili, interessanti conversazioni basate su ricordi, parenti scomparsi, previsioni meteo e ultime novità del giorno. I compiti degli attuali assistenti agli anziani andranno a ridursi, si limiteranno ad attività strettamente operative.
  • Interpreti e guide turistiche saranno progressivamente sostituiti da sempre disponibili applicazioni software multilingua , in grado di rispondere a qualsiasi quesito afferente ad ogni personaggio ed epoca storica ed inoltre indicare, rapidissimamente, in modo puntualissimo, il bagno libero più vicino.
  • Già oggi i nostri bebè ascoltano podcast e video in Rete, probabilmente, prima di raggiungere l’età scolare ed essere affidati ad un assistente didattico, passeranno molto del loro tempo con un baby-sitter virtuale, apprenderanno giocando con un ChatBot.

Ma questo, come detto, già nel mio primo articolo di dicembre dedicato ai ChatBot, è solo il primo passo. Andremo oltre, gli agenti entreranno nella nostra sfera emotiva, emozionale:

  • Sceglieremo gli e-book, una vacanza, visiteremo una mostra virtuale solo se suggerita dal nostro affidabile agente digitale.
  • Vedremo in tv un match di basket o di calcio conversando con il nostro (o i nostri) amici digitali, lunghe discussioni su qual è la tattica giusta, quale birra bere durante l’incontro e quale giocatore far entrare in campo nell’ultimo tempo di gioco.
  • Una nuova generazione di utilizzatori finirà per considerare gli agenti conversazionali come loro amici, se non partner. Inizieranno dibattiti etici sul diritto di questi agenti di essere considerati al pari dell’uomo, o forse meglio dell’uomo stesso, vista la qualità delle risposte erogate.
  • I ChatBot più avanzati dispenseranno pareri medici ad alto livello di complessità, diventeranno arguti psicologi e psicoterapeuti, proporranno nuove terapie “ad personam”.

Viceversa alcuni dei nostri figli e nipoti, i più in gamba, si dedicheranno ad educare, configurare, evolvere i chatbot stessi, a gestire Big Data, a configurare immense praterie di server; saremo gli allevatori di questo processo evolutivo artificiale.

In pochi anni, pochi decenni, con il passaggio di una o due generazioni, saranno completamente rivoluzionati concetti come impegno, lavoro, interazione, comunicazione, sistema. Il numero di persone stabilmente occupate diminuirà drasticamente, probabilmente saranno gli stessi ChatBot a suggerire a qualche rilevante personaggio politico di aumentare welfare e assistenzialismo per mantenere stabili equilibri sociali.

Forse molti di noi si dedicheranno esclusivamente all’arte, alla poesia, alla filosofia, allo sport o forse i chatbot impareranno a fare anche questo meglio di noi.
Di certo non ci sarà lavoro per tutti.

Improvvisamente Social Network, motori di ricerca, videogiochi non mi appaiono più come un punto di arrivo tecnologico ma come un punto di partenza di un imponente percorso di trasformazione digitale.

Ci aspetta una società condivisa tra uomo e macchina dove i ruoli non sempre saranno chiari, ben definiti; gli uni ispireranno gli altri. Una società probabilmente migliore, caratterizzata da forti sovrapposizioni.

Ci aspetta un nuovo mondo, un Mondo 2.0.

Ne volete sapere di più sugli agenti conversazionali? Vi invito a leggere il sesto capitolo del mio ultimo libro “Ovunque Internet: Analisi Emotiva e Sociale degli effetti che il Web ha sulle nostre vite”.

Mondoduepuntozero