18 Agosto 2024 by Mondo2.0
Biden, Trump, Harris: Sasso, Carta, Forbice.
Da oltre un decennio le elezioni presidenziali americane mi appassionano, non per affezione ad uno degli schieramenti ma per l’impatto in termini comunicativi e sociali che Internet, la Rete, ha su elettori americani e sul risultato finale, spesso non scontato. Quest’anno più che mai perché alcune dinamiche sono direttamente, profondamente “figlie di Internet”.
Prima tra tutti l’avvicendamento tra Joe Biden e Kamala Harris.
Dopo il disastroso dibattito del 28 giugno tra Biden e Trump molti degli addetti ai lavori avevano affermato che non ci sarebbe stato abbastanza tempo per proporre un nuovo candidato democratico.
Questa affermazione teneva sicuramente conto di aspetti pratici, burocratici, di finanziamento, politici, ma non di Internet, e quindi non teneva conto di come l’elettorato si informa ad oggi.
L’abitudine, consolidata, di passare ore e ore ogni giorno sul nostro smartphone (o sul PC) ha portato gli internauti, di cui gli elettori americani sono sottoinsieme, ad utilizzare schemi di pensiero non tradizionali.
La lettura, non sequenziale, avviene per frammenti, è veloce, impulsiva, si saltella da un argomento all’altro, ci si limita a percepire, ad incamerare pillole informative, post dalle chat, immagini, video.
Tutto ciò succede in tempi rapidissimi e per molte ore al giorno, leggiamo estratti di notizie, vediamo video, costruiamo la nostra personale opinione su un argomento, cerchiamo, tramite hashtag o gruppi, persone, o bot, che rafforzano le nostre convinzioni.
Vogliamo sapere tutto di un attore durante la visione di un film, di un luogo mentre stiamo guidando verso la destinazione, di un evento citato da altri in chat, ed andiamo immediatamente in Internet ad informarci … allora perché non scegliere in pochi minuti, dopo un rapido approfondimento in Rete, il proprio candidato alle prossime elezioni?
L’elettore USA 2024 legge frammenti di testo, vede brevi video, ascolta i primi 30 secondi di un podcast, è in grado di costruire, cambiare la sua opinione, nel tempo di un “frame”, di un click o di un post.
Non ci deve sorprendere che un nuovo candidato, Kamala Harris, “non protagonista” durante l’amministrazione Biden, in piena estate, in circa un mese, sia riuscita a prendere spazio, consensi e indirizzare a suo favore i sondaggi.
Ciò che è nuovo, imprevisto, diverso dal precedente, in Rete, riceve spesso molte attenzioni.
Inoltre, quest’avvicendamento ha portato ad un’altra significativa evidenza: Gli archetipi, i modelli a cui fanno riferimenti i due attuali candidati rispecchiano al 100% i due principali target di utilizzatori di Internet:
- Donald Trump, incita le folle, ipotizza complotti, è pronto al dibattito, allo scontro, persino al dileggio per affermare le sue convinzioni che rafforza grazie alla sua base di consenso. Non è difficile, navigando nei social network trovare questo tipo di utente, sempre proprio alla critica verso quanto fatto da altri, caratteristiche fisiche, scelte personali, il tutto rinvigorito da annunci catastrofici.
- Kamala Harris è rassicurante, nei toni, nei contenuti, nelle movenze. Sorride, sorride, sorride. Il suo archetipo, modello di utente grande utilizzatore dei social network, ci propina giornalmente foto di micetti, cani da salvare, meme floreali con auguri di buongiorno, buonasera e buonanotte. Rappresenta il buonismo presente in Internet. È l’alter ego del suo antagonista.
Lo switch, inaspettato in prossimità delle elezioni, ed il modello di comunicazione tollerante e dai toni rassicuranti della Harris sta mettendo in grande difficoltà Trump, che non riesce a riportare l’attenzione su di sé, a polarizzare gli argomenti, ad allungare i tempi della discussione.
Questa dinamica succede quotidianamente in Internet anche tra i “normali” utenti: sempre più spesso nei social network utenti con posizioni estreme vengono isolati. Gli “altri” utenti stanno imparando a non rispondere quando i toni diventano eccessivi, d’altronde senza controparte è impossibile ottenere nuove attenzioni, spingere gli argomenti oltre.
Quanto succede è molto semplice, è una rapidissima, globale e presidenziale, morra cinese:
- Il Sasso (Trump) spezza le Forbici (Biden)
- La Carta (Harris) avvolge il Sasso (Trump)
È opportuno inoltre evidenziare come l’attentato a Trump del 14 luglio scorso ha aperto una breccia nell’elettorato moderato che ritiene i toni forti di Trump una delle cause indirette di quanto accaduto e, nell’immedesimarsi nella vittima (l’ex presidente USA), sente la necessità di abbassare i toni, cerca rassicurazioni, non vuole che tutto ciò accada di nuovo.
A questo punto cosa dovrebbero fare i repubblicani?
Ovviamente, ovviamente, ovviamente dovrebbero anche loro cambiare candidato.
Impossibile? Non c’è abbastanza tempo? Non siete stati attenti, non avete letto l’assioma presente ad inizio articolo: l’utente di internet legge per frame (testo, audio e video) e cambia opinione rapidissimamente, in pochi giorni, forse anche ore.
Il tempo in Internet segue dinamiche diverse dal mondo reale.
I repubblicani devono trovare delle “Forbici” che tagliano la “Carta”, altrimenti la “Carta” avvolgerà il “Sasso”.
L’accelerazione in termini sociali, emotivi e relazionali determinata da Internet nell’ultimo decennio ha cambiato radicalmente il nostro modo di pensare, non leggiamo più sequenzialmente, approfondiamo superficialmente i fatti, cambiamo facilmente opinione, ci emozioniamo in modo nuovo, differente e, fatto recentissimo, ci siamo in parte stancati di chi alza i toni in rete.
Fatto, quest’ultimo, che sta cambiando il flusso e le modalità di comunicazione della campagna elettorale USA e che, molto probabilmente, cambierà anche i toni e gli argomenti delle prossime elezioni nei paesi del G7.
Mondoduepuntozero
Detto fra noi, non so proprio quali hashtag associare a quest’articolo.