Analizziamo assieme “The Potentially Large Effects of Artificial Intelligence on Economic Growth”

Come portare il dibattito sulla A.I. ed i ChatBot su un piano concreto? Analizzando, assieme, brevemente, lo straordinario, puntualissimo, studio effettuato da Jan Hatzius, Joseph Briggs, Devesh Kodnani e Giovanni Pierdomenico, studio denominato “The Potentially Large Effects of Artificial Intelligence on Economic Growth”, realizzato per Goldman Sachs: Un grande cambiamento, alle porte, porta con sé indicatori, previsioni, statistiche che ci posso aiutare a comprenderne e ad anticiparne l’ampiezza.

Lo faremo citando, brevemente ed in linguaggio naturale, alcune delle principali affermazioni presenti nella ricerca sopra indicata:

A partire dal 2021 gli investimenti privati negli USA nella realizzazione di servizi basati sull’intelligenza artificiale hanno totalizzato 53 miliardi di dollari, mentre a livello globale sono stati effettuati investimenti per 94 miliardi di dollari.

Numeri che confermano come questo percorso, basato sull’ A.I., è irreversibile; siamo ben oltre le startup e le sperimentazioni di laboratorio. Ben vengano regolamenti, normative finalizzate alla protezione dei singoli utenti e dei loro dati, regole e strumenti per perimetrare e monitorare le risposte fornite da questi sistemi intelligenti, ma tutto ciò dovrà avvenire in un contesto “inconvertibile”, globale, ad alto impatto tecnologico e sociale, basato sull’A.I. .

… un quarto delle attuali attività lavorative potrebbe essere automatizzato negli USA dall’intelligenza artificiale , in particolare nel settore amministrativo (46%) e nelle professioni legali (44%) con basse esposizioni per professioni ad alta intensità fisica, nella costruzione (6%) e nella manutenzione (4%).

Ancora una volta i numeri sono più efficaci di ogni dibattito. Servizi di A.I. in grado di comprendere quanto scritto, immagini e video e, conseguentemente, fornire risposte accurate tramite l’accesso real time a miliardi di informazioni (Big Data), saranno, a breve, estremamente efficienti ed efficaci, concorrenziali a quanto quotidianamente prodotto dalla nostra specie, ciò per tutte le professioni che non prevedono alta intensità fisica.

Applicando il nostro aumento stimato della produttività si può ipotizzare che l’adozione diffusa dell’IA potrebbe portare ad un aumento del PIL del 7% o di quasi $7 trilioni di dollari.

E’ evidente, evidentissimo, che la sostituzione del lavoro umano con intelligenze surrogate determinerà una elevatissima, rapida, capillare, diffusione del “lavoro automatizzato”, con minori opportunità lavorative per coloro che svolgono un mestiere ripetitivo e non “ad alta intensità fisica”.

Il “nostro” lavoro è in pericolo? Assolutamente si, invito gli scettici a vedere questo video, in cui l’emittente Kuwait News utilizza nel suo Tg una giornalista virtuale.

Questo processo va interpretato all’interno di un percorso già in corso, da decenni, un percorso di trasformazione digitali dei mestieri e dei ruoli sociali, divenuto globale. il grafico di seguito proposto, sempre estratto dalla ricerca oggetto di quest’articolo, evidenzia come, sin dal 1940, l’innovazione tecnologica determina nuove occupazioni e come queste rappresentano il grosso della crescita occupazionale; a dirla in parole semplici “non tutti i mali vengono per nuocere” o meglio “le innovazioni non si limitano a far scomparire posti di lavoro, ne determinano, molto spesso, la nascita di altrettanti nuovi”. Per correttezza ritengo altrettanto opportuno evidenziare come questi sconvolgimenti professionali, spesso rapidissimi, possono danneggiare determinate fasce o categorie sociali, a beneficio di altre, più preparate e predisposte al cambiamento.

Nonostante la significativa incertezza intorno al potenziale dell’IA generativa, la sua capacità di generare contenuti indistinguibili dall’output creato dall’uomo e per abbattere le barriere di comunicazione tra esseri umani e macchine riflette un grande progresso con potenziali grandi effetti macroeconomici.

Nella parte introduttiva della ricerca, in particolare nella frase sopra indicata, si affermano alcune verità assiomatiche:

  • La I.A. generativa può produrre contenuti analoghi a quelli realizzati dalla nostra specie, indistinguibili. Il nostro scetticismo su queste nuove tecnologie si basa proprio sul fatto che l’uomo, per la prima volta, si trova a confronto di qualcosa potenzialmente più intelligente di lui (seppure in specifici ambiti e perimetri ben definiti).
  • L’evoluzione dell’intelligenza artificiale può abbattere barriere di comunicazione tra uomo e macchine. Ad oggi i nodi della Rete, in Internet, siamo solo noi. Probabilmente, entro qualche anno, alcuni software comunicheranno con noi da “nostri pari”.
  • Gli effetti macroeconomici, in termini di produttività, di miglioramento dei servizi, di introduzione di nuovi mestieri e di abbandono e trasformazione di mestieri tradizionali saranno significativi, oltre le nostre aspettative.

Per i lettori a cui non bastano, o non interessano, indici e statistiche, suggerisco di vedere questo video, realizzato dalle aziende giapponesi Gatebox & Line, Hikari è una fidanzata virtuale che segue il nostro protagonista durante la sua giornata, lo conforta, motiva, ne gestisce tramite la domotica l’accoglienza in casa; immaginiamo l’evoluzione di questi servizi, in cui l’ologramma ha perfette sembianze umane (in scala 1:1) e, tramite servizi di A.I., riesce rapidamente a rispondere ad ogni potenziale necessità o quesito.

Siamo ben oltre le evoluzioni del PIL e delle professioni sopra indicati, siamo all’interno di nuovo percorso sociale ed emotivo con rapporti inediti tra uomo e macchine, dove Hikari è la nuova fidanzata virtuale che vostro nipote porterà a casa nel 2040.

Ci aspetta questo e ben altro nel nostro nuovo Mondo 2.0.

Mondoduepuntozero

Nel ringraziare Goldman Sachs ed i ricercatori Jan Hatzius, Joseph Briggs, Devesh Kodnani e Giovanni Pierdomenico che hanno realizzato “The Potentially Large Effects of Artificial Intelligence on Economic Growth”, per i dati oggetto di riflessione in quest’articolo, ricordiamo che Mondoduepuntozero è solo un gioco, una passeggiata da fare assieme in rete, finalizzata a mettere in evidenza le novità determinate dalle nuove tecnologie e da Internet.