Sociologia, Sociologi e Social Network

In  questo articolo prendiamo spunto da alcuni riflessioni del professor Guido Marinotti, disponibili in formato video su YouTube.  Il video, di seguito proposto,  è ben fatto, di breve durata. Il protagonista riesce in modo coinciso a catturare subito l’attenzione dell’ascoltatore e fissa, in  pochi minuti, senza nessun preconcetto verso le nuove tecnologie, alcuni  importanti concetti.

Youtube è un eccellente strumento se si vuole fare didattica, o forse è meglio dire “estratti di didattica” in Internet. Permette la facile diffusione dei concetti, avvicina lo studente “internauta” ad argomenti e concetti anche complessi,  introduce e stimola nuove speculazioni, permette di conoscere il pensiero di esperti del settore.

Il video YouTube sostiene e diffonde il concetto, il principio, il pensiero “smart”.

Guido Martinotti, studioso e professore di Sociologia urbana, sfata due credenze molto diffuse: non è vero che la rete diminuisce la socialità, ma, anzi, la aumenta; d’altronde, se è vero che la rete crea relazioni di un tipo nuovo, senza “contenuto biotico”, essa si diffonde, però, solo là dove già esiste una solida struttura sociale.

Il primo interessantissimo concetto espresso dal prof. Marinotti  che intendiamo riprendere è “la rete non diminuisce ma aumenta la socialità“. Vero, verissimo. C’erano una volta gli utenti non connessi che utilizzavano il computer per giocare ai videogiochi o programmare o scrivere mai recapitate lettere d’amore.  Oggi non è così, il computer non è solo uno strumento ludico ma è, soprattutto, uno strumento di comunicazione.

Tramite la rete posso condividere, parlare, commentare, agire. Sono parte di una comunità. 

Con l’avvento della rete lo stesso congegno, caratterizzato da pressochè identico hardware (tastiera, video, mouse, processore, hard disk, ….)  si è trasformato da strumento di isolamento a strumento di condivisione. È come se, per paradosso, collegando il calamaio al palo del telegrafo si ottenesse una telescrivente collegata con tutte le linee telegrafiche del mondo.

Gli appassionati di videogiochi e i programmatori, ovvero coloro inizialmente più familiari con l’uso del computer, sono stati  i primi beneficiari della rete. Divenuta poi, nel corso di un decennio,  strumento di partecipazione e di esposizione sociale globale.

Con l’avvento degli smartphone, con contratti a costo fisso, la rete è diventata strumento di tutti e per tutti. Senza barriere di accesso e sempre disponibile, in qualunque momento della giornata ed in qualunque luogo:

Posso non avere un lavoro, un titolo di studio, un auto ma devo avere uno smartphone ed essere in rete.

Il secondo spunto di riflessione  è dato dalla seguente affermazione “gli smartphone e il text messaging  sono strumenti a disposizione anche della comunità dei sordomuti“.

Spesso quando pensiamo ad internet pensiamo ai nativi digitali, ai  giovani sempre in chat, ad un utilizzo dinamico, moderno, in movimento. Esistono  altresì altre categorie che hanno particolarmente beneficiato della rete, tra questi troviamo sicuramente i sordomuti,  persone con disabilità motorie o altri handicap e, perché no, tutti coloro che vivono in piccolissime comunità.

Per tutte queste persone la rete rappresenta una grande opportunità, per comunicare, arginare la solitudine,  conoscere persone con analoghe passioni, interessi, tendenze.

Il prof. Marinotti parla di “rapporti che non hanno nessun contenuto biotico“. Si tratta forse dell’aspetto più radicale ed innovativo che probabilmente cambierà, nel lungo termine,  il DNA dei nostri legami sociali. Abbiamo più volte evidenziato come le nuove generazioni affidano alla rete la propria intimità senza remore o barriera alcuna e come, sempre più spesso,  le personalità, gli avatar, proposti in rete sono più d’uno. Cloni funzionali all’esposizione, ubiqua e globale, dei propri, molteplici, interessi ed  aspetti intimi.

Siamo in rete con tutti i nostri sè, siamo noi stessi o qualcun altro che vorremmo essere.

Conoscere un amico in rete, solo in rete,  significa, comunque, incontrare e familiarizzare con  una sua proiezione, una parte del suo voler essere, immagine spesso tanto desiderata e radicata da essere quotidiana, tangibile, genuina.

Un universo “leggero” dove esistono “Gruppi che costituiscono società senza corpo“. L’estrema liquidità dei gruppi social presenti nel cyberspazio rende questi spazi estremamente veloci, agili, evanescenti.  Un gruppo social è spesso aperto a tutti,  disponibile al confronto estremo sino al dileggio. In grado di espandersi verso altri network senza pregiudizio può generare nuovi insiemi e sottoinsiemi sociali.

Reti di persone generano nuove reti, una sorta di mitosi  relazionale ad oggi in continua a fervente espansione.

La rete fornisce nuove opportunità aggregative, nuovi modi  di comunicare, di interagire, di presentare noi stessi. Questa capillare offerta è in forte competizione con le opportunità fornite dal mondo reale. Competizione che sta diventando sempre più articolata, globale, confusa, promiscua.

l rapporto tra i nuovi mezzi di comunicazione e gli internauti è, oggi, una sorta di organismo, di blob,  in continua evoluzione. Gli spazi reali sono spesso invasi, sovrapposti, utilizzati dagli spazi virtuali, e viceversa. Come afferma il prof. Marinotti “le comunità virtuali sono esse stesse reali“.

La metafora che amiamo utilizzare è quella dell’uomo che si vede allo  specchio: ciò che è nello specchio è intangibile ma allo stesso diretta e immediata conseguenza del mondo reale.

Siamo in un momento di grande passaggio, di grande cambiamento. Non abbiamo ben chiara la direzione e le conseguenze che Internet avrà nei prossimi decenni nelle nostre vite.

E per questo, nel nostro Blog, continueremo ad analizzare i profondi legami tra Internet e la nostra società.

Mondoduepuntozero

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