Ipertesti e ipermedia: Addio lettura sequenziale del testo

Esprimersi, comunicare, creare, … siamo una specie estremamente creativa, in grado di ideare inedite forme di comunicazione e di adattare queste forme al contesto in cui stiamo vivendo. Viviamo per comunicare e comunichiamo ciò che stiamo vivendo.

Tra le numerose forme di espressione e di comunicazione la scrittura ha avuto senz’altro un ruolo decisivo, primario, nell’evoluzione umana, ha permesso di trasmettere in modo concreto concetti e la nostra storia, ha permesso la diffusione del sapere, la custodia della conoscenza.

C’è quindi un filo che lega le incisioni rupestri, i papiri, gli incunaboli e le cinquecentine, la prima bibbia stampata da Gutenberg del 1455, ed i quotidiani moderni. Un tratto che segue la storia dell’uomo.

Tutte queste forme di comunicazione hanno però anche un altra importante caratteristica che le accomuna, hanno una direzione unica e obbligata di lettura, una struttura ben definita, lineare, sequenziale, del contenuto esposto. Inoltre, proprio per la loro struttura sequenziale, possono essere trasposte fisicamente su carta (o su altro materiale).

Ad un certo punto della nostra storia, punto recente, la nostra specie ha inventato una nuova forma di comunicazione, una nuova modalità di scrittura, priva di tutte queste caratteristiche e per questo radicalmente diversa e non sequenziale: l’ipertesto.

L’ipertesto non può essere trascritto su materiale cartaceo, non ha una struttura lineare/sequenziale, si connette con altre, diverse, componenti testuali, fornisce molteplici ed alternative direzioni di lettura, ha un punto di partenza e numerosi ed alternativi punti di arrivo.

L’ipertesto permette di raggiungere immediatamente la citazione di un altro testo, un riferimento, informazioni posizionate “altrove”. Se raggiunge un immagine, un video, un audio, l’ipertesto diventa ipermedia.

L’ipertestualità distoglie, temporaneamente o forse per sempre, l’attenzione del lettore dal tema principale portandolo verso altri lidi.

Non a caso il lettore, in rete, diventa navigatore, esploratore libero di raggiungere concetti anche lontani dai propri obiettivi iniziali, libero talvolta anche di perdersi tra le infinite alternative fornite dalla rete.

Abbiamo già visto come la componente virtuale della nostra società, il cyberspazio, rappresenti un diversa alternativa, un opzione, in termini di socialità, relazione, trasposizione del proprio sè, al mondo reale.

Ma la rete, la nuova rete, fornisce anche un modo inedito di diffondere, comunicare, trasmettere la conoscenza, una modalità di lettura non più sequenziale.

L’ipertesto (o l’ipermedia) è la diretta espressione di un universo delocalizzato e decontestualizzato, veloce, sincretico, multitasking e multimediale.

Questa trama tra i contenuti avrà, nel lungo periodo, notevoli effetti nella nostra capacità ricettiva e cambierà radicalmente il nostro modo di leggere e percepire, e di concentrarci, non più sequenziale ma multimediale,capillare, non sempre razionale.

Può sembrarci impossibile ma nell’arco di qualche decennio i testi caratterizzati dalla presenza di soli caratteri e con una struttura sequenziale, un unico punto di partenza ed un unico punto di arrivo, saranno molto rari.

Saranno sostituti da sistemi simbolici compositi, caratterizzati da icone e simboli in corrispondenza di servizi o di contenuti, liberi o a pagamento, link a immagini, filmati video, tracce audio, commenti, alternative, …

I nuovi testi forniscono e sempre più forniranno molteplici significati e differenti conclusioni, somma delle diverse componenti che ne fanno parte.

Così come il gruppo spesso esprime una maggiore creatività rispetto ai singoli che ne fanno parte, più della mera somma dei singoli, anche l’ipertesto può diventare espressione superiore rispetto alle componenti descrittive e multimediali citate ed esposte, determinando una giungla di percorsi logici.

Questa proliferazione di alternative, ovvero di contenuti, legami, immagini e concetti favorisce un altro fenomeno tipico del web: la serendipità ovvero la possibilità di trovare qualcosa di molto diverso, migliore o peggiore, di quello che si stava inizialmente desiderando e cercando.

La “bibbia 2.0” sarà multimediale ed interattiva, caratterizzata da numerose ed alternative modalità di navigazione, citazioni, sermoni on-line, filmati, narrazioni, fumetti, possibilità di confessarsi in tempo reale, di condividere passi con i propri amici o con altri fedeli, di commentare, di evidenziare, di sfogliare i giudizi e le esperienze postate o tweettate da altri, di pregare, cantare e chissà cos’altro.

Ecco cosa ci aspetta.

Mondoduepuntozero


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