Amazon Go il negozio senza negozianti

Alzi la mano chi non ha mai fatto un acquisto su Amazon!!
Nessuna mano alzata? Tutti che guardano da un’altra parte?
State tranquilli, ce lo aspettavamo. Tutti noi internauti ci immergiamo di tanto in tanto nei grandi magazzini virtuali, gli store, per cercare qualcosa d’introvabile, di tendenza o semplicemente qualcosa che ci incuriosisce. Anche solo per verificarne il prezzo, il colore, le caratteristiche o la taglia.
Dalla ricerca all’acquisto il passo è breve, bastano pochi click.

Il pacco di Amazon è diventato il simbolo dell’acquisto in rete, di qualcosa che attira il nostro interesse e che dopo una breve attesa ci raggiunge. Il virtuale che diventa concreto, proprio a casa nostra.

AMAZON GO

È di concreto, quando si parla di Amazon, c’è molto. Ce le dicono le statistiche (fonte statista). I ricavi annuali sono passati in poco più di un decennio da 6,92 miliardi di dollari (2004) a quasi 136 miliardi di dollari nel 2016. Il web shopping non soffre la crisi dei consumi, anzi con la sua offerta infinita di prodotti spesso a minor costo rappresenta una opportunità.

Più utilizziamo la rete più l’acquisto online diviene spontaneo, parte delle nostre giornate.

Lo shopping on line non è l’unico punto di arrivo di questo percorso di modernizzazione.

Il primo nuovo negozio completamente automatizzato di Amazon a Seattle, Amazon Go, traccia un ulteriore nuova direzione.

Si attiva l’apposita App sul proprio smartphone, si entra nel nuovo negozio, si prende quello che si vuole e si esce. Niente casse, niente fila, nessun contatto umano. Un sistema automatico vi segue passo passo, come il più attento commesso, traccia le vostre operazioni, ciò che toccate, ciò che portate via con voi.
Indipendenza nei movimenti, rapidità d ‘acquisto, impersonalità.

Con Amazon Go non è Internet con i suoi negozi online a somigliare ai negozi reali, bensì il contrario. È il negozio reale a copiare e replicare le dinamiche impersonali della rete.

L’esperienza d’acquisto, tramite APP dotata di login e password, è istantanea, diretta, anonima, priva di contrattazione e di contatto umano.

Il primo negozio reale Amazon Go, sicuramente primo di una lunga serie, ha un nonsoché di virtuale.  É un “click” che si concretizza.

È come se Facebook aprisse un ristorante dove socializzare, non di persona ovviamente ma solo tramite schermi video (forse lo ha fatto già?).

È altresì vero che nel negozio sono presenti commessi, pronti a rispondere a quesiti e necessità dell’utente. Un po’ di tradizione in un negozio ipertecnologico non guasta.

Amazon Go è il punto di arrivo di un lungo percorso che ha trasformato la transazione commerciale. Dove l’esperienza d’acquisto è asettica, da non condividere con altri.

L’utilizzo delle tecnologie per seguire ogni movimento del cliente, e quindi renderlo autonomo e libero di acquistare, ha la sua nemesi nella sperimentazione, evidenziamo sperimentazione, che la stessa Amazon ha effettuato sui propri dipendenti, tramite braccialetto elettronico in grado di tracciare le attività e  ritmo lavorativo.

Non vogliamo cadere in banali speculazioni. Ma è piuttosto evidente che, in entrambi i casi:

  • la rete, la comunicazione, i dati, sostituiscono in parte le persone (commessi, cassieri e supervisori) e velocizzano l’atto, d’acquisto o di supervisione.
  • l’efficienza, l’immediatezza, la produttività prendono il centro della scena, relegando dietro le quinte l’osservazione, il contatto personale, l’empatia, l’emozione.
  • la grande libertà di movimento offerta dalle tecnologie nel negozio trova, tramite le stesse tecnologie, il suo ossimoro nella catena di produzione. Dove ogni movimento improprio può essere oggetto di valutazione.

Entrambe le dinamiche sono orientate sull’oggetto e non sulla persona, e non prevedono distrazioni.

È il tentativo, come già detto in precedenza, di portare Internet nel mondo reale, di automatizzare parte delle nostre vite.

Mondoduepuntozero

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